SALENTO – La sentenza Corte Costituzionale, che si è pronunciata su una legge pugliese del 2022 riguardante le compensazioni energetiche, rischia di lasciare il Salento senza alcun risarcimento economico derivante dal potenziamento del gasdotto Tap. La legge, che prevede compensi per i territori che ospitano infrastrutture energetiche, non sarà infatti retroattiva e non applicabile ai progetti già esistenti, come Tap.
In questo modo la decisione della Corte esclude l’accordo stilato nell’ottobre 2023 tra l’azienda Tap e i comuni salentini attraversati dal gasdotto, che prevedeva delle compensazioni economiche a favore delle comunità locali. E così, il Salento, uno dei territori più interessati dal transito del gasdotto, rischierebbe di non avere alcun beneficio economico.
Uno degli aspetti più controversi della decisione riguarda chi dovrà farsi carico del risarcimento previsto, che arriva fino al 3% del valore commerciale del volume di gas prodotto e trasportato. Non è ancora chiaro se l’onere sarà a carico dell’azienda che produce l’energia o di quella che la trasporta. In ogni caso, il nodo cruciale è che, al momento, Tap sembra esente da queste nuove regole, poiché il potenziamento del gasdotto non è considerato impattante dal punto di vista ambientale. Infatti, proprio la Regione ha escluso le nuove opere dalla Via, ovvero, valutazione di impatto ambientale.
Il potenziamento di Tap, infatti, non viene visto come una nuova costruzione, ma come un miglioramento dell’infrastruttura esistente, il che lo escluderebbe dalla legge. Lo stato attuale dei fatti rappresenta un duro colpo per chi sperava di poter ottenere un ristoro economico per la presenza del gasdotto nel Salento.
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