LECCE – L’aumento delle indennità per gli organi di amministrazione e controllo dell’Università del Salento, approvato nei giorni scorsi dal Consiglio di amministrazione dell’ateneo, non è passato inosservato. Oltre alle critiche mosse dalla Flc Cgil che ha definito la scelta “inaccettabile” e “fuori luogo” in un momento in cui l’Ateneo sta affrontando una grave crisi finanziaria, arrivano quelle del Partito democratico cittadino che definisce “incoerente” la scelta in un momento di crisi del mondo accademico. La scelta del Cda dell’università del Salento, legittimata dal decreto 143/2022 del governo Draghi, stabilisce che per il rettore la sua indennità passerà da 25.200 euro a quasi 121.000 euro annui, un aumento del 458%. Anche la prorettrice, Maria Antonietta Aiello, riceverà un incremento del 267%, con la sua indennità che salirà a 28.175 euro.
Per il Pd Leccese la scelta appare fuori luogo in un momento in cui il Fondo di Finanziamento Ordinario delle università è stato ridotto di 173 milioni di euro. Sebbene sia giusto riconoscere le responsabilità delle figure dirigenziali, per il Pd le priorità dovrebbero altre. La segreteria cittadina del PD sottolinea l’importanza di una gestione trasparente delle risorse, evitando decisioni che sembrano privilegiare i vertici a scapito dell’intera comunità universitaria. Nel caso specifico di Unisalento, la riduzione del Fondo è stata del 3,11% in un solo anno, rendendo ancora più incomprensibile l’incremento delle indennità, considerando le gravi difficoltà economiche che l’università affronta. Con i giovani ricercatori in condizioni di precarietà e la fuga di cervelli che continua, queste scelte rischiano di alimentare un clima di frustrazione e sfiducia nel futuro del sistema universitario italiano. Per il Circolo Cittadino del Partito Democratico, dunque, le priorità dovrebbero essere il rilancio del Fondo di Finanziamento Ordinario, la stabilizzazione dei ricercatori precari assunti con fondi del PNRR, investimenti in infrastrutture e digitalizzazione delle università, e una gestione trasparente delle risorse. È fondamentale che le scelte economiche siano orientate alla crescita complessiva dell’università e alla valorizzazione dei suoi lavoratori.
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