LECCE – Ricoverata per emorragia addominale il 14 luglio scorso al “Fazzi”, una 82enne di Trepuzzi tre settimane dopo è morta nello stesso nosocomio. Per i familiari un decesso evitabile se solo i medici avessero prestato azione al suo quadro clinico pregresso.
Dopo la denuncia sporta dal figlio, assistito dall’avvocato Antonio Savoia, in Procura è stato aperto un fascicolo per far luce sull’accaduto ed accertare eventuali responsabilità. Sei camici bianchi del reparto in cui era ricoverata l’anziana sono stati iscritti nel registro degli indagati per presunta colpa medica.
Il Sostituto Procuratore Donatina Buffelli ha disposto l’autopsia. L’incarico verrà affidato venerdì al medico legale Alberto Tortorella.
Stando a quanto denunciato dal figlio, la donna sarebbe stata sottoposta durante la degenza a diversi cicli di trasfusioni, tralasciando di sottoporla ad esami come l’angio-tac che avrebbero potuto delineare il quadro clinico di una donna di 82anni già reduce da ictus ed emorragie cerebrali che le avevano compromesso le capacità motorie e la possibilità di esprimersi.
La situazione – sempre stando alla denuncia – sarebbe poi ben presto precipitata. Un giorno un infermiere l’avrebbe forzata ad assumere la cena mentre era in preda a forti spasmi, tali da non riuscire a deglutire. Subito dopo, successivamente alle varie insistenze dei familiari per la persistente febbre alta dell’anziana, i medici le hanno diagnosticato un’infezione, procedendo all’urinocoltura e raccomandando alla famiglia, in attesa dell’esito degli esami, di “non fasciarsi la testa”. Quello stesso pomeriggio è deceduta in ospedale.