LECCE – Una scia di sangue inarrestabile: si continua a morire sul lavoro. L’ultima vittima, nel Salento, è stato un operaio di 60 anni precipitato dopo un volo di otto metri da una scala, nella zona industriale di Trepuzzi.
I dati Inail, da gennaio a luglio di quest’anno, evidenziano un incremento del numero degli infortuni denunciati in Italia: +1,7% rispetto allo stesso periodo del 2023. Il bollettino di guerra degli infortuni sul lavoro registra quasi tre morti al giorno, e vede in testa Emilia-Romagna, Sicilia e Lazio. Si registrano invece cali in Veneto, Marche, Piemonte, Umbria, Friuli Venezia Giulia e Puglia. Cinque morti in meno sul lavoro, nella nostra regione, nei primi sette mesi del 2024, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma è un dato parziale e comunque drammatico: 34 vite spezzate, 34 lavoratori che non hanno fatto più ritorno a casa, vittime di incidenti che, in molti casi, si sarebbero potuti evitare. Per ridurre i rischi e salvaguardare la salute dei lavoratori servono standard e dispostivi di sicurezza, ed anche una maggiore consapevolezza da parte di chi lavora.
Guardando i dati Inail della Puglia nello specifico delle province, va molto meglio a Bari, che nel periodo gennaio-luglio 2024 ha perso 8 lavoratori rispetto ai 22 del 2023, mentre va peggio a Lecce, dove i morti sul lavoro sono stati 7, più del doppio di quelli registrati nei primi sette mesi del 2023 quando furono 3. Taranto piange 4 vittime del lavoro, così come Foggia, a Brindisi si sono contati 8 decessi e 3 nella BAT. Dietro ogni numero, la tragedia di vite recise e di famiglie piombate nella disperazione.