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Turismo? Solo luglio e agosto. E poca qualità dei servizi

PUGLIA – Luglio e agosto, soprattutto, poi poco e niente. Il turismo pugliese continua a restare fortemente caratterizzato dalla stagionalità con effetti molto marcati nella dinamica dell’occupazione. È quanto emerge dal nuovo studio condotto dell’Osservatorio economico Aforisma che ha elaborato i più recenti dati dell’Inps.

Un’eccessiva stagionalità che finisce per determinare un’elevata variabilità nei livelli dell’occupazione in questo comparto.

Tutta colpa, se così si può dire, del “rallentamento delle attività in alcuni mesi dell’anno che giunge fino alla totale sospensione del ciclo produttivo”.

“Nei quattro mesi estivi (da giugno a settembre) – spiega il data analyst Davide Stasi – il numero medio dei dipendenti è significativamente superiore al valore medio calcolato sull’intero anno e la maggiore concentrazione di lavoratori dipendenti si raggiunge tra luglio ed agosto per poi progressivamente calare tra settembre ed ottobre. Le regioni come la Sardegna, la Calabria e tra queste non possiamo non annoverare anche la nostra, che puntano prevalentemente sul turismo balneare, sono caratterizzate da una forte componente di stagionalità”.

Ma dallo studio emerge un’altra criticità: i pugliesi investono ancora troppo poco nella qualità dei servizi resa ai propri ospiti e, pertanto, la redditività non può che restare bassa: “E’ questo il tema cruciale da affrontare per lo sviluppo della nostra regione – sottolinea Stasi – Intraprendendo un percorso sostenibile, sia dal punto di vista finanziario che da quello ambientale, occorre perseguire un modello di sviluppo che possa far incrementare i ricavi e gli utili delle aziende. Solo così si potranno prevedere nuovi investimenti e, conseguentemente, creare occupazione stabile e non solo stagionale».

Peraltro anche i dati relativi agli stipendi non sono rassicuranti: in Puglia la retribuzione media annua si ferma a 9.211 euro contro una media nazionale di 12.795 e punte, in Trentino Alto Adige che superano di gran lunga i 18mila euro.

Insomma, sono ancora molti nodi da sciogliere e i problemi da affrontare per una Regione dalle mille contraddizioni.

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