TELERAMA – Benvenuti gentili e soprattutto curiosi spettatori di Telerama, al consueto appuntamento settimanale con Cineclub, dove i protagonisti assoluti sono le uscite più attese nel mondo del cinema.
Cominciamo il nostro itinerario nelle proposte più interessanti di questi giorni, tuffandoci in un’agosto rosso sangue all’insegna dell’horror, con il ritorno nelle sale di una saga cinematografica apprezzatissima dal grande pubblico, quello del franchise di alien con il suo settimo capitolo intitolato “Alien: Romulus” di Fede Alvarez. Ambientato tra gli avvenimenti narrati nel primo film della saga diretto da Ridley Scott e quelli della seconda iterazione firmata da James Cameron, questa nuova odissea orrorifica nel vuoto è da considerarsi a tutti gli effetti come un midquel. La scelta di contestualizzare l’opera in mezzo ai capitoli più apprezzati da critica e fans, sembrerebbe l’unica maniera intelligente per resuscitare un franchise che dopo il controverso ma coraggioso “Prometheus”, con il sesto capitolo “Alien: covenant” sembrava aver perso l’unicità che contraddistinse la saga negli anni e che ormai avesse poco da raccontare: in un mare fantascientifico moderno pieno di vermi delle sabbie, chitarre sputafuoco e multiversi vari è difficile imporsi sugli altri sfruttando il grande immaginario donatoci dall’artista e illustratore H.R.Giger nel 1979 possa bastare per stupire il grande pubblico. Un nuovo equipaggio, una nuova nave, una nuova missione e un nuovo xenomorfo: speriamo che questo viaggio dell’orrore nello spazio profondo, ora in sala, valga il prezzo della corsa.
Passiamo dalla fantascienza alla cruda realtà con il cult del 1996 “Trainspotting” di Danny Boyle, in tutto il suo idisioncratico splendore sul grande schermo. Immergetevi in una Scozia degli anni 90′ in cui la gioventù brucia e si brucia, venite a conoscere Renton, Begbie, Spud, Tommy e Sick Boy e imparate da loro cosa significhi il valore della vita e soprattutto della felicità. Una banda di amici che cade nel vortice dell’eroina, una generazione distrutta dal’apatia e dall’individualismo tipici della società moderna, ma che ci mette anche del suo per favorirne la caduta morale. Un grande ritorno, imperdibile per chi ha scelto di amare la vita.
Come terza ed ultima proposta parleremo del film conclusivo della rassegna estiva che ha avuto come protagonista assoluto l’ universo cinematografico dedicato all’amatissimo spararagnatele originario di New York. A mettere la parola fine a questo viaggio nella cultura pop moderna è proprio lui, il cinecomic che a Dicembre 2021 dominò il botteghino, consacrandosi in pochissimo tempo tra i film che hanno incassato di più nella storia del cinema. Sto parlando di “Spiderman: No way home” del regista Jon Watts, l’atto conclusivo della trilogia con protagonista Tom Holland. Dopo aver rivissuto al cinema le gesta di tre Peter Parker e quindi di tre spidermen, quest’avventura legata ai multiversi crea una convergenza in cui ogni pseudo regola narrativa viene messa da parte.
Peter parker è spiderman, questa la premessa che smonta il difficile ma funzionale status quo che il personaggio interpretato da Tom Holland aevava provato a costruire nei due film precedente. Avendo perso l’anonimato, Peter sarà costretto ad utilizzare i multiversi per creare una nuova realtà in cui la sua controparte mascherata rimane tale. Non ci riesce, invece libera tutti i nemici, di ogni universo, che hanno conosciuto la vera identità di Spiderman. Quest’incipit è l’occasione perfetta per sfruttare personaggi e situazioni che avevamo già conosciuto e soprattutto imparato ad amare, un’operazione nostalgia per i fan di vecchia data che vuole soddisfare i loro desideri più reconditi. Non il miglior film dedicato all’uomo ragno, ma sicuramente uno dei più memorabili ed iconici, che dona al Peter Parker di Tom Holland finalmente una backstory di spessore o quasi.