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Multe annullate in cambio di favori, chiuse le indagini: in 43 rischiano il processo

LECCE – Arriva al capolinea l’inchiesta sulle multe annullate in cambio di favori personali e consenso elettorale. I pubblici ministeri Alessandro Prontera e Massimiliano Carducci hanno chiuso le indagini e sono in tutto 43 gli indagati che rischiano ora il processo. Un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza che nel febbraio scorso ha portato alla luce una vera e propria associazione per delinquere la cui copertura politica sarebbe stata assicurata da due politici interni a Palazzo Carafa nel periodo sotto accusa: Luca Pasqualini, assessore alla Mobilità, e Antonio Finamore, prima consigliere in maggioranza e dal 2020 in opposizione. L’inchiesta, partita nel 2019, ha evidenziato una serie di condotte, principalmente, a carico di tre dipendenti della Polizia Locale di Lecce, una delle vigilesse coinvolte risultò essere poi la compagna del consigliere Finamore. Attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali si scoprì che le multe, circa 500, venivano annullate in cambio di favori di vario genere – biglietti per concerti o spettacoli, per le giostre, addobbi per matrimoni o servizi per il trasloco – ma anche per rafforzare il consenso elettorale. Pasqualini, Finamore, con la compagna Luisa Fracasso, insieme alla sovrintendente in servizio presso l’ufficio ricorsi della polizia locale, Carlo Corvino, addetto all’ufficio verbali della polizia locale di Lecce, e Piervitale Frassanito, in servizio presso la polizia provinciale, avrebbero messo in piedi un’associazione per delinquere per il consolidamento ed incremento del consenso elettorale in primis di Pasqualini e poi di Finamore. Quest’ultimo consigliere dal 2017 al 2019, poi nominato consigliere nel 2020 a seguito delle dimissioni di Saverio Congedo. L’inchiesta avrebbe fatto emergere anche le pressioni messe in atto per estromettere l’attuale comandante della polizia locale, Donato Zacheo, da sostituire con una persona gradita e compiacente. Ora gli indagati hanno 20 giorni di tempo dalla notifica per produrre documenti e memorie difensive o chiedere di essere ascoltati.

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