BRINDISI – In casa Brindisi calcio c’è un silenzio assordante che è diventato lo spartiacque tra i guai della stagione appena conclusa e tutti i problemi che si sommano giorno dopo giorno a causa di una gestione allegra anche nell’anno della promozione dalla serie D alla C. Sembra passata una vita ma è passato solo un anno. Dalla gioia per il ritorno in terza serie dopo 33 anni alla retrocessione dopo appena una stagione e quel pallone ormai sgonfio ha urtato l’immaginario vaso di pandora che si è scoperchiato lasciando in evidenza penalizzazioni e soldi da pagare, soldi da pagare anche di stipendi a calciatori della stagione in serie D, Ciro Favetta e Marco Baldan, ultimi in ordine di tempo.
La situazione è drammatica.
La società guidata da Arigliano si è fatta trovare impreparata e la gestione è stata avventata, in poche parole ha fatto il passo più lungo della gamba, ritrovandosi adesso sull’orlo del baratro. Un baratro di cui non si conosce o comprende ancora il fondo.
Col passare dei giorni aumentano i dubbi e la paura di un fallimento.
L’imprenditore tedesco Peter Dolich ha deciso di fare un passo indietro e dunque la trattativa è saltata ma sembra in piedi quella con una cordata di imprenditori romani; è giunta l’ora però che qualcuno parli e spieghi ai tifosi qual è la verità.
I giorni passano, è tempo di programmare la prossima stagione, ma a Brindisi si è crollati nelle sabbie mobili dell’incertezza.