LECCE – Scommettere su San Cataldo negli anni ’30 e ritrovarsi, quasi un secolo dopo, a dover navigare a vista, nello tsunami normativo sulle concessioni balneari.
Quella del lido York è una delle tante storie che si potrebbero raccontare. Lo stabilimento della marina leccese, retto per ben tre generazioni dalla famiglia Prete, adesso potrebbe passare nelle mani di un altro concessionario, così come sancito dalla Bolkestein per tutti i lidi.
Il consiglio di Stato non ha alcun dubbio: i Comuni devono bandire le gare e allinearsi alla Normativa UE. È la conditio per ottenere, in primis, la proroga tecnica della concessione (quella attualmente in piedi) fino alla fine di quest’anno.
E poi? Qui arriva il primo interrogativo: la Legge italiana, sui criteri da inserire nelle gare pubbliche, ad oggi é sufficientemente chiara?
C’è poi un secondo interrogativo e riguarda gli indennizzi previsti per i concessionari uscenti. Molti dei quali, va detto, hanno pionieristicamente scommesso sui tratti di arenile che oggi gestiscono, correndo in primis il rischio di quell’azzardo.
Chiarezza, per poter pensare in prospettiva e organizzarsi di conseguenza: questo è l’appello. Intanto, per non farsi trovare impreparati, c’è chi ha già in cantiere il piano B. Non senza amarezza.