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L’impianto di Statte scongiura l’emergenza rifiuti nel Leccese

LECCE – Con le discariche pubbliche regionali piene, i rifiuti in provincia di Lecce a breve sarebbero rimasti in strada: un’emergenza estiva annunciata, considerato anche il notevole afflusso turistico.

A scongiurare l’emergenza, invece, è stata l’ordinanza del Consiglio di Stato delle scorse ore: ha dato il via libera all’ampliamento dell’impianto di smaltimento di Statte, destinato ad accogliere i rifiuti urbani prodotti in questo territorio e che, viceversa, non avrebbero avuto alcuna collocazione alternativa.

Il caos rifiuti ve lo abbiamo raccontato periodicamente negli anni scorsi. Un nodo atavico che si fatica a sciogliere.

A dicembre i camion sono tornati ad incolonnarsi per ore alle porte dell’impianto di biostabilizzazione di Poggiardo, intasato dai rifiuti provenienti da altri bacini a causa della chiusura temporanea degli impianti di Ugento, Manduria e Bari.

Quello del conferimento rifiuti è un ciclo complesso. Quelli indifferenziati finiscono a Poggiardo e Ugento, che sono impianti intermedi. Qui vengono poi lavorati e suddivisi in due frazioni. Una va a Cavallino, l’altra deve andare in discarica. Ma quale discarica, considerato che quelle pubbliche regionali sono ormai esaurite? Ecco perché quella di Statte, privata ma vincolata all’impiego per rifiuti urbani, rappresenta la svolta, anche per gli impianti intermedi.

La vicenda sulla quale oggi si è espresso Palazzo Spada affonda le radici nel 2018, quando la Cisa di Massafra chiese un ampliamento del proprio impianto sito a Statte e in esaurimento. L’obiettivo era quello di mettere la nuova volumetria a disposizione del ciclo pubblico dei rifiuti urbani, così da contribuire al superamento delle criticità causate dalla carenza di impianti pubblici.

L’autorizzazione concessa dalla Provincia di Taranto, su conforme parere della Regione e di Ager, è stata però impugnata dal Comune di Statte dinnanzi al TAR, che lo scorso mese di febbraio ha sospeso l’autorizzazione rilevando l’assenza della pubblica utilità dell’opera e la mancata verifica delle alternative localizzative, necessarie per la concessione della deroga paesaggistica.

Il provvedimento del Giudice leccese è stato impugnato al Consiglio di Stato dalla Cisa, difesa dall’Avv. Luigi Quinto, e dalla Regione Puglia, difesa dagli Avv.ti Tiziana Colelli e Anna Bucci. E il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso: “nel bilanciamento degli interessi – scrivono i giudici – appare prioritario assicurare l’efficacia della rete impiantistica regionale di smaltimento dei rifiuti, anche in ragione del fatto che non sussistono elementi per prospettare un danno grave ed irreparabile alla comunità locale”.

“Diversamente – aggiunge soddisfatto l’avvocato Quinto – sarebbe stato il caos, con costi di smaltimento a carico dei cittadini che sarebbero andati alle stelle ed il rischio concreto di avere i rifiuti per strada”.

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