LECCE – Continua la corsa contro il tempo per evitare che i parcheggi estivi restino, ancora una volta, impantanati nella mancata programmazione lungo la costa.
Dopo il vertice in Prefettura di mercoledì scorso – con sindaci, Provincia e Regione a raccolta – lunedì prossimo a Bari si terrà un tavolo tecnico, convocato dall’Assessorato all’Ambiente. La convocazione partita da via Gentile ha raggiunto nelle scorse ore la Soprintendenza, Palazzo dei Celestini e i Comuni di Otranto e Gallipoli. Entrambi hanno presentato un piano complessivo della mobilità che deve scontare la Valutazione Ambientale Strategica, così come previsto per i progetti con possibili ripercussioni su habitat, fauna e flora. E poiché i primi 45 giorni di tempo dopo la presentazione dei piani sono incomprimibili per consentire a cittadini, enti e associazioni di presentare le proprie osservazioni, l’unica strategia ipotizzabile è quella di ridurre al minimo lo step successivo, che consisterebbe in altri 45 giorni destinati alla fase di valutazione. In quest’ultimo passaggio la Regione, quale autorità competente, svolge le attività tecnico-istruttorie. Tradotto: acquisisce e valuta tutta la documentazione presentata – incluse osservazioni, obiezioni e suggerimenti inoltrati nella fase di consultazione pubblica – per poi esprimere il proprio parere motivato.
Tanto, troppo tempo. Soprattutto se già a ridosso dell’estate. Ed è su questo che la Regione può intervenire.
Il Comune di Gallipoli nei giorni scorsi ha incassato un primo parere negativo dalla Sovrintendenza, che ha eccepito l’impiego di un’area troppo sensibile per essere trasformata in zona parcheggi temporanei. È la conferma che la vera gatta da pelare, di fatto, consiste nel conciliare la garanzia di ordine pubblico lungo il litorale con il rispetto dell’ambiente, in primis di aree protette o sottoposte a vincolo. A ciò si è aggiunta poi la bocciatura della Legge regionale che aveva tentato – fino al 31 dicembre dello scorso anno – di bypassare le procedure di valutazione ambientale e paesaggistica per le aree a parcheggio temporanee (entro e non oltre 120 giorni), entrando così a gamba tesa – ha motivato la Corte Costituzionale – in una materia di esclusiva competenza dello Stato.
Ecco perché bisogna correre e non più per individuare soluzioni tampone. Soluzioni che mettono in stand by il problema in piena emergenza, salvo poi doverlo riaffrontare, punto a capo, l’estate successiva.