BARI – Passata la fiducia, in maggioranza è tempo di resa dei conti. Le richieste incassate da Azione non vanno giù agli alleati, affatto disposti ad apparire subalterni al partito di Calenda. E ora, dunque, vanno al contrattacco.
A cominciare dalla richiesta arrivata sotto forma di aut aut: o decadono i dg e i capi dipartimento, primo fra tutti Montanaro la figura apicale della sanità, o ce ne andiamo. Proprio su quello arriva la controproposta di un gruppo di consiglieri, rappresentanti di tutti i gruppi, per cambiare la legge. Un unico articolo per dire che no, i direttori generali non decadono automaticamente se sforano la spesa farmaceutica. Un unico articolo per abrogare la legge Amati. A firmarla una ventina di consiglieri, tra i quali i 5 Stelle. Dunque i numeri per approvarla dovrebbero esserci.
Il governatore informato dell’iniziativa sembrerebbe non aver detto nulla, diviso com’è tra la necessità di tenere dentro il perimetro della maggioranza Azione e quello di puntellare i suoi. Un problema non di poco conto che potrebbe esplodere già nella seduta del 21 maggio prossimo, quando il Consiglio regionale tornerà a riunirsi, probabilmente l’ultima seduta prima della tornata elettorale dell’8 e 9 giugno. Se la legge sarà assegnata alle Commissioni in queste ore, arriverà con urgenza in aula altrimenti slitterà. Ma certamente la contrarietà di Azione non si farà attendere. Ed è proprio quello che si chiede Forza Italia che “con l’ennesima nube che incombe sulla tenuta della maggioranza di Emiliano”, lancia stilettate al partito di Calenda. “A fronte di questo evidente diefront del Pd – si chiedono i forzisti – i colleghi sosterranno ugualmente la Giunta?”.