BRINDISI – La conferenza stampa di presentazione di un nuovo investimento nel settore della nautica, con la possibilità di creare 300 nuovi posti di lavoro, è stata salutata con favore dalle istituzioni locali i cui rappresentanti si sono impegnati a verificarne la fattibilità e quindi eventualmente ad agevolarne i percorsi autorizzativi.
Nel caso specifico, però, così come adombrato da qualcuno, le aree che si renderanno disponibili a Capo Bianco e sulla vasca di colmata saranno inserite nella candidatura di Brindisi per l’avviso pubblico del Governo riguardante i due siti dove si potranno realizzare i floaters per gli impianti eolici off-shore.
Il che significa, tanto per dirlo con parole chiare, che gli imprenditori che hanno pensato a Brindisi – in presenza di mancate risposte – potrebbero decidere di andare altrove e francamente è inaccettabile che Brindisi perda le poche occasioni di sviluppo che si prospettano.
Va detto, però, che non sempre si attuano politiche attendiste. Nel caso dell’azienda start up Act Blade, infatti, si era addirittura deciso di concederle i piazzali di Sant’Apollinare, anche se gli stessi dovranno ospitare il traffico crocieristico grazie alle nuove banchine già progettate e finanziate. Si disse per un periodo di quattro anni. Sta di fatto che poi – nonostante questa immensa apertura – i proponenti hanno fatto un passo indietro e ad oggi di queste pale eoliche innovative non se ne parla più.
E la situazione non è diversa nell’area industriale, visto che la questione-bonifiche rende inutilizzabili molte aree, tanto da non rendere attrattiva la nostra città. Del resto, la vicenda dei cinesi che sono venuti a visionare la città per un possibile investimento nell’automotive la dice lunga.
E allora, come si intende uscire dalla crisi? Una domanda scontata, ma nessuno fornisce risposte, anche ai tanti che un posto di lavoro non ce l’hanno più.