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Buche-trappola e cattivi odori dagli ossari: degrado al cimitero

In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Il segno della croce chi entra nel cimitero di Lecce per fare visita ai propri defunti o per ammirare la chiesa di San Niccolò e Cataldo inserita nel FAI o ancora l’area monumentale, non lo fa solo in segno di rispetto del luogo ma anche e soprattutto per invocare la protezione del Buon Dio dovendo affrontare viali sconnessi e pieni di buche, rischio di imbattersi in qualche malintenzionato, come già successo in altre circostanze, o sorprendere qualcuno intento a rubare dalle cappelle private oggetti sacri e di valore. Le segnalazioni sullo stato di degrado ed abbandono, e sulle cadute di persone anziane finite in una delle tante buche presenti sul terreno continuano a susseguirsi. Le immagini non lasciano spazio a dubbi, come quelle che inquadrano le due coperture, lesionate in più punti, una delle quali coperta cona transenna di fortuna, sotto le quali si trova un ossario che percorre in lunghezza tutto il viale. Una situazione che rappresenta un pericolo non solo per chi cammina, ma anche per i custodi delle confraternite che si trovano ai lati della strada. E non solo. I cattivi odori che provengono dalle due imboccature dell’ossario sono intensi. E c’è chi si chiede se questo smaltimento sia del tutto regolare e sono ci sia una questione di igiene da dover affrontare. La pavimentazione sconnessa, inoltre, non facilita il regolare deflusso delle acque piovane, che ristagnano ai bordi e si insinuano nei piani sottostanti delle confraternite, ricoprendo di muffa i loculi. Uno scempio. E ancora: pali dell’illuminazione caduti e mai ripristinati, cabine elettriche con fili scoperti, erbacce in più punti. La situazione non cambia neanche all’interno del cimitero monumentale, dove oltre ai familiari dei defunti si recano in visita turisti e scolaresche. Insomma, uno scempio che va avanti da anni. Le segnalazioni e le denunce continuano a cadere puntualmente nel vuoto mentre puntualmente continuano a cadere tanti cittadini. Così tra un l’eterno riposo e un padre nostro c’è chi esclama: Signore, aiutaci tu

 

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