SALENTO – Si conclude con sedici condanne inflitte dal Tribunale penale di Lecce, il processo di primo grado ribattezzato come “Bolle di Sapone”, nato dall’inchiesta del 2013 della Finanza di Otranto e avente ad oggetto la commercializzazione di detersivi e prodotti per l’igiene intima contraffatti. Da Infasil a Chilly, da Dash a Dixan, passando anche per Chanteclair: diverse le marche che venivano apposte su prodotti non originali, distribuiti poi a prezzi bassissimi in market e discount non solo del Salento ma di tutta Italia.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, gli imputati avrebbero messo in piedi una vera e propria catena della contraffazione: i prodotti “falsi” venivano infatti preparati all’interno di un magazzino di Borgagne, i contenitori venivano realizzati a Carpignano Salentino, mentre i tappi a San Donaci. Infine venivano apposte le etichette, stampate in tipografia.
Un sistema smascherato dai finanzieri della Compagnia di Otranto anche grazie a 65 perquisizioni realizzate nel giugno del 2013 in 13 province su delega dell’allora procuratore aggiunto di Lecce, Antonio De Donno, della direzione distrettuale antimafia di Lecce.
Delle 38 persone coinvolte nell’inchiesta, 10 sono state assolte, mentre nei confronti di 12 soggetti è stato dichiarato il non luogo a procedere per prescrizione. Sedici le condanne che vanno dai due ai 9 anni e 6 mesi di reclusione.
Per ricorrere in appello si dovrà attendere il deposito delle motivazioni della sentenza, entro il termine di 90 giorni.
Giorgia Durante
