PUGLIA – L’Italia, un paese a due cure, con il sud che vive mediamente un anno e mezzo in meno rispetto al Centro-Nord. È quanto fotografato da Svimez in un rapporto realizzato in collaborazione con Save The Children che accende un faro sulla sanità nazionale, bocciando la sanità pugliese su prevenzione e mobilità sanitaria. Sembra infatti che i pugliesi preferiscano curarsi al nord per due fattori principalmente: mancanza di fiducia e liste d’attesa infinite. Per sottoporsi ad alcune visite specialistiche, a meno che uno non decida di andare privatamente, bisogna aspettare mesi, se non addirittura anni, e secondo SVIMEZ le cose potrebbero addirittura peggiorare con l’autonomia differenziata. Ddl Calderoli alla mano, infatti, tutte le Regioni a statuto ordinario potrebbero chiedere il trasferimento di funzioni, risorse umane, finanziarie e strumentali ulteriori rispetto ai livelli essenziali di assistenza in diversi ambiti: gestione e retribuzione del personale, regolamentazione dell’attività libero-professionale, accesso alle scuole di specializzazione, politiche tariffarie, valutazioni di equivalenza terapeutica dei farmaci, istituzione e gestione di fondi sanitari integrativi. Per curare questo assurdo male, bisognerebbe prevedere l’incremento degli stanziamenti di spesa a livello nazionale e la modifica del metodo di riparto del Fondo sanitario nazionale che attualmente dà troppo spazio al criterio demografico e che invece dovrebbe essere basato su indicatori socio-economici legati agli effettivi bisogni di cura. Altrimenti, di qui al 2080, il Sud perderà altri otto punti di finanziamento, col Nord e il Centro che invece incasseranno rispettivamente il 6,7 e lo 0,3% in più. L’aspettativa di vita per i meridionali è di 79,5 anni per gli uomini e 83,9 per le donne; nel resto del Paese oscilla da 80,8 a 81,1, nel caso degli uomini, e da 85,1 a 85,4 se si considerano le donne. Anche nel campo delle RSA gli adeguamenti tariffari per l’assistenza agli anziani non autosufficienti sono stati fatti nelle regioni del nord e non in Puglia, mettendo a rischio la qualità del servizio. Seppur la Regione Puglia sembra essere attenta ai bilanci, per Svimez ai pugliesi non è concessa la sanità con gli standard del nord.
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