CARMIANO – “Non vali come donna, madre e compagna, sei una ritardata che non capisce niente della vita. A me non serve una donna delle pulizie, ma una che mi soddisfi a letto e tu come femmina a letto non vali niente”. È il tenore degli insulti – conditi da schiaffi, pugni e calci – che un 46enne di Carmiano avrebbe rivolto per cinque anni alla sua compagna, non risparmiando il figlio minore di lei frutto di una precedente relazione, condannandolo a continue sofferenze fisiche e morali.
Per questo l’uomo nelle scorse ore è stato condannato in primo grado a 4 anni e due mesi di reclusione dalla corte presieduta dal giudice Fabrizio Malagnino. I reati per i quali è stato considerato colpevole sono: maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate.
Le vittime si sono costituite parte civile con l’avvocata Emanuela Piscopo nel processo nato dalla denuncia della donna, ormai esausta di quella vita insostenibile.
Cinque anni di umiliazioni e insulti continui e pesanti, rivolti alla compagna anche sotto effetto dei fumi dell’alcol. Apostrofandola come una poco di buono (per usare un eufemismo), una notte l’avrebbe buttata giu dal letto per picchiarla. In un’altra occasione le avrebbe scagliato contro un tegame, sferrandole pugni al volto e alla pancia, tirandole i capelli fino a strapparne delle ciocche. Al figlio minore di lei avrebbe anche versato della birra sulla schiena, lo avrebbe anche schiaffeggiato fino a fargli sanguinare il naso.
Una denuncia da brivido quella che ha raggiunto la caserma nel 2020 dando subito il là alle indagini, il rinvio a giudizio disposto dal Gup Zizzari, il processo e, infine, la condanna.
Difeso dall’avvocato Arturo Balzani, una volta note le motivazioni della sentenza, l’imputato potrà ricorrere in Appello.
