LECCE – Denuncia e stimolo culturale. Due aspetti che corrono parallelamente e che esprimono il significato autentico della mostra “Capolavori in legno d’ulivo”, ospitata in una sala del chiostro dell’antico seminario di Piazza Duomo a Lecce. In vetrina vere e proprie opere d’arte realizzate da tronchi d’ulivo destinati a diventare legna da ardere, messi in salvo da sapienti mani di artigiani salentini capaci di ridare forma e vita al simbolo di questa terra, oltraggiato e vilipeso, devastato dal batterio killer della Xylella. Un simbolo che merita di essere tutelato e valorizzato, che rivendica dignità e amore.
Nella mostra sono state ospitate solo 18 delle centinaia di sculture, bassorilievi, intarsi, pregiati manufatti artigianali, frutto della creatività di altrettanti operatori salentini. Ma sono più di cento gli artisti attivi in provincia di Lecce. Un progetto per la valorizzazione dell’Ulivo è stato avviato dall’Arci-Biblioteca di Sarajevo. L’obiettivo è quello di valorizzare sul piano ambientale e sociale il legno d’ulivo. E c’è anche chi lancia una proposta interessante: una mostra permanente sulle opere realizzate con i tronchi di alberi d’ulivo all’interno del Palazzo Baronale di Pisignano.