Attualità

Borghi, un amore a “tempo determinato”: lo spopolamento avanza

LECCE E PROVINCIA – La caccia ai borghi, trainata per ovvi motivi dal timore degli assembramenti e dei contagi in piena pandemia, sembra aver esaurito il suo tempo. Emergenza a parte, gli incantevoli paesini del Salento, lontani dalla calca e dalla frenesia delle città, piacciono sì, ma sono in pochi a viverci tutto l’anno.

Il trend è ben cristallizzato nell’ultima indagine di Openpolis: Nei borghi pullulano – lo dicono i numeri – le cosiddette “case vuote”, ossia le “seconde case”, per lo più utilizzate per le vacanze o per affitti brevi.

E la percentuale è alta, altissima.

In tutta la Puglia su 2 milioni e 300mila abitazioni, 699mila non sono occupate regolarmente durante tutto l’anno

Soltanto per citare qualche esempio, a Ortelle è il 44% delle case complessive ad essere affittato o utilizzato occasionalmente; a Specchia è il 39%; San Cassiano il 28,7%; a Nociglia il 42,3% .

A Giuggianello, Palmariggi e Sanarica le seconde case o case vacanza che dir si voglia oscillano tra il 30 e il 35% del totale.

Partendo dai dati Istat, quella fotografata da Openpolis è una conferma: da una parte la crescente tendenza – soprattutto al Sud – di trasferirsi verso i capoluoghi e le città, dall’altra l’inesorabile spopolamento dei piccoli centri, con località nelle quali è occupata stabilmente soltanto una casa su quattro.

Erica Fiore

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