LEQUILE – Stanca, dimagrita, provata fisicamente e moralmente, ma è tornata a casa. Amina Milo e sua mamma sono di nuovo a Lequile, accompagnate dalla Croce Rossa di Lecce. La diciottenne era rimasta detenuta per oltre tre mesi in Kazakistan, suo paese d’origine, dove era stata accusata di traffico di droga, per poi essere prosciolta dalla magistratura kazaka lo scorso 2 novembre. Un incubo quello vissuto dalla ragazza che , ha raccontato come nei primi 16 giorni di detenzione, sarebbe stata sequestrata da alcuni poliziotti in un appartamento privato dove avrebbe subito dei tentativi di stupro e in un’altra occasione avrebbe subito anche pressioni psicologiche per firmare documenti in una lingua che non comprendeva. Al momento tre poliziotti sono indagati per tortura ai suoi danni e proprio in seguito a queste le due donne avrebbero continuato a subire minacce con tanto anche di video diffamatorio, per questo il Consolato e l’Ambasciata hanno accelerato i tempi del rientro facendo in modo che Amina ritornasse in possesso dei documenti trattenuti dalla Procura di Astana, tra cui il permesso di soggiorno, una volta ottenuto il rientro in gran segreto per garantire la loro incolumità. Amina è attualmente seguita da una psicologa e vuole restare tranquilla e lontana dai riflettori per riprendersi fisicamente e moralmente, anche perché riferisce l’amica di famiglia Donatella, continuano ad arrivare telefonate anonime da un numero del kazakistan sul cellulare della mamma Asema. Nonostante queste difficoltà papà Sergio, mamma Asema e Amina possono di nuovo stare insieme e cercare di tornare pian piano ad una vita normale, sapendo di poter contare sull’affetto dell’intera comunità.
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