LECCE – 6 anni anziché 9. Per la morte del madonnaro Leonardo Vitale, avvenuta a Lecce ad ottobre del 2021, la Corte d’assise d’appello, riunita nell’aula bunker del Carcere di Borgo San Nicola, riduce la pena inflitta in primo grado a Mamadou Lamin, 25enne di nazionalità senegalese, accusato di aver cagionato il decesso dell’artista di strada, a seguito di un tentativo di furto sfociato nel sangue.
I giudici di secondo grado, presieduti da Ettore Nesti, hanno riqualificato i reati a lui attribuiti: quello di omicidio preterintenzionale in morte come conseguenza di altro reato, per il quale è stato condannato a 2 anni e quello di rapina in furto con strappo, per il quale gli anni inflitti sono invece 4.
Quella notte del 4 ottobre di due anni fa- stando a quanto ricostruito nel corso delle indagini – il giovane senegalese avrebbe “adocchiato” Leonardo Vitale, in zona stazione a Lecce, dopo averlo visto riporre nel suo trolley un sacchetto con all’interno diverse monete: il denaro guadagnato nel corso della serata. A quel punto lo avrebbe seguito e una volta raggiunto, gli avrebbe strappato il carrellino: a quel tentato furto però Vitale avrebbe cercato di opporsi, salvo poi cadere a terra e sbattere fatalmente la testa. Operato d’urgenza per rimuovere l’ematoma, il 60enne era morto al Fazzi pochi giorni dopo.
“Non volevo ucciderlo” aveva dichiarato in lacrime Lamin, individuato dalla Squadra mobile grazie alle telecamere di videosorveglianza, nel corso dell’interrogatorio davanti al gip Alessandra Sermarini.
L’imputato, difeso dall’avvocato Alessandro Stomeo, a gennaio 2023 al margine del processo di primo grado con rito abbreviato, era stato condannato a 9 anni di reclusione. Pur riducendo adesso la pena a 6 anni, i giudici d’appello hanno confermato per lui la condanna al risarcimento del danno in favore del fratello della vittima, costituitosi parte civile e assistito dall’ avvocato Raffaele Pesce.
Giorgia Durante
