CARMIANO – Sono cadute gran parte delle accuse a carico dell’ex sindaco di Carmiano Giancarlo Mazzotta, coinvolto nell’inchiesta sul rinnovo del Consiglio di amministrazione della Banca di Credito cooperativo Terra d’Otranto avviata nel 2014.
Mazzotta, a fronte di una richiesta della pubblica accusa di 8 anni e sei mesi, è stato condannato a due anni e mezzo per un presunto caso di tentata concussione quando era primo cittadino di Carmiano.
I giudici, dunque, hanno ridimensionato notevolmente l’impianto accusatorio che faceva riferimento al presunto condizionamento nelle nomine dell’istituto di credito da parte di ambienti vicini alla Sacra Corona Unita.
Mazzotta è stato assolto – insieme ad altri 5 imputati – dalle accuse più gravi, mentre per altri capi di imputazione è stato disposto il non doversi procedere.
L’ex sindaco, a conclusione del processo, ha parlato di “vendetta politica” nei suoi confronti orchestrata dalle parti civili, per le quali è stata rigettata la richiesta di risarcimento.
“Il Tribunale ha riconosciuto la mia assoluta estraneità a qualsiasi sodalizio criminale – ha detto Mazzotta – dopo che già nell’udienza preliminare erano state escluse indebite interferenze sull’assemblea della BCC in occasione delle elezioni”.
“Una vicenda giudiziaria che ha avuto gravi ripercussioni sula mia reputazione di uomo politico e imprenditore – ha aggiunto – nonchè nella mia vita personale e in quella del Comune di Carmiano e della stessa banca. La sentenza dimostra non solo la mia lontananza dalla cultura mafiosa ma anche il mio impegno nel contrastare la criminalità come dimostra l’ultima operazione antimafia che mi vede come persona offesa”.
Per conoscere le motivazioni della sentenza si dovrà ora attendere tre mesi e i legali di Mazzotta hanno già annunciato ricorso in appello, ritendo il loro assistito estraneo anche all’unico episodio contestato.
