LECCE – Non si placa la polemica sul bando pubblicato da Ispe, l’Istituto per i servizi alla persona, per assumere 45 Oss a tempo indeterminato e 2 a tempo determinato, senza alcuna garanzia per quelli già in servizio con la stessa qualifica, circa un’ottantina, con il rischio di mandarli tutti a casa. Un caso che è finito anche tra i banchi del consiglio comunale di Maglie, in una convocazione urgente richiesta dal gruppo consiliare Maje Noscia che ha presentato una mozione – emendata dall’assessore Antonio Fitto – approvata all’unanimità con la quale si chiede al Cda dell’Ispe di riunirsi quanto prima e garantire la continuità occupazionale dei lavoratori e di conseguenza assicurare il servizio di assistenza agli anziani. In contemporanea, davanti al Comune si è svolta la manifestazione del sindacato Cobas, che ha ribadito come la pubblicazione del bando abbia gettato nell’incertezza e nell’angoscia gli Oss che prestano già la loro opera per le cooperative in questione, “Non ci è garantita la continuità lavorativa” dicono. E temiamo di essere mandati, se non tutti almeno metà, a casa. Il sindaco di Maglie è pronto a recarsi a Bari – così come vien proposto nell’emendamento – in compagnia del sindaco di Lecce, del rettore di Unisalento e del presidente della Provincia per chiedere al presidente Emiliano e all’assessore al Welfare Barone giorno e orario dell’insediamento del nuovo cda dell’Ispe. E su questa delicata vicenda il consigliere regionale Paolo Pagliaro ha presentato un’interrogazione urgente per chiedere la revoca del bando in attesa di far luce sulla sua regolarità. L’interrogazione arriva al margine di un incontro tra Pagliaro e una rappresentanza di Oss in servizio nelle Rsa gestite dall’Ispe tramite cooperative. I lavoratori hanno espresso tutta la propria disperazione per il concreto rischio di licenziamento. Ecco perchè nell’interrogazione il consigliere chiede che vengano garantiti i posti di lavoro attuali, anche a tutela della continuità assistenziale offerta agli ospiti delle Rsa con cui questo personale, nel tempo, ha costruito un rapporto di fiducia e familiarità. “Una platea che dopo anni di servizio avrebbe diritto all’internalizzazione – dice Pagliaro – e non certo al benservito. La Regione ha voce in capitolo e deve farla valere”.
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