Attualità

Brindisi – a rischio le partecipate Santa Teresa e Multiservizi

BRINDISI – L’argomento del giorno nella città di Brindisi è senza dubbio rappresentato dal terminale di GNL proposto da Edison. E’ evidente, però, che le prossime settimane saranno scandite anche da altre vicende, alcune delle quali particolarmente delicate perché comporteranno gravi ripercussioni occupazionali. Vi abbiamo parlato più volte, ad esempio, della vertenza del gruppo aerospaziale Dema, con il rischio concreto di chiusura di almeno uno degli stabilimenti presenti a Brindisi e quindi con la conseguente perdita di decine e decine di posti di lavoro.

Ma anche in Provincia ed a Palazzo di città i problemi non mancano. Nell’ente di via De Leo esiste l’ormai nota vicenda della società partecipata Santa Teresa i cui contorni sono tutt’altro che chiari. Certo, adesso c’è il nuovo amministratore Gianluca Aresta a tentare di rimettere in sesto la baracca, anche attraverso la possibilità di spalmare il debito su più esercizi finanziari. Ma quello che preoccupa è la carenza di commesse e quindi la impossibilità di prevedere il mantenimento dell’attuale forza-lavoro anche per il futuro.

E la situazione è altrettanto preoccupante in Municipio dove la Brindisi Multiservizi dà lavoro a circa 150 persone.

Anche in questo caso, se non ci fossero state risorse e norme emergenziali per il covid la società sarebbe già stata dichiarata in liquidazione. Il tutto, a causa di una gestione fortemente condizionata dall’assenza di idee chiare da parte della politica che da anni nasconde la polvere sotto il tappeto e non si pone l’obiettivo di verificare se ci sono le condizioni per permettersi il lusso di continuare ad avere una partecipata di queste dimensioni. E di certo non si può continuare a pensare di utilizzare artifici contabili o forme di soccorso finanziario e men che meno l’anticipazione di fatture da parte delle banche. Tanto più perché – come ricorda l’ex assessore alle finanze Cristiano D’Errico – se le fatture sono liquidabili il Comune deve provvedere immediatamente e quindi non c’è bisogno di fare ricorso ad anticipazioni.

Nel frattempo, non è stato ancora ricostituito il comitato di governance e non è ancora stato nominato il nuovo amministratore delegato. Ed ogni mese bisogna fare le capriole per reperire il denaro necessario al pagamento degli stipendi. Insomma, si naviga a vista, con il rischio concreto di andare a sbattere.

Mimmo Consales

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