LECCE – È di omicidio, e non più istigazione al suicidio, l’ipotesi di reato nell’inchiesta aperta sulla morte di Ivan Ciullo, dj 34enne di Acquarica del Capo trovato senza vita impiccato ad un albero di ulivo all’alba del 22 giugno 2015.
La svolta, a distanza di 8 anni da quel terribile giorno, arriva dopo una strenua opposizione dei familiari all’archiviazione del caso. I genitori di Ivan, Rita Bortone e Sergio Martella, all’ipotesi suicidio non hanno mai creduto e hanno lottato perchè sulla morte del figlio si indagasse ancora, invocando giustizia.
La Procura di Lecce ha iscritto adesso nel registro degli indagati due persone vicine a Ivan e legate a quest’ultimo nella sfera sentimentale uno e nell’ambito lavorativo l’altro.
Il fascicolo è passato di recente nelle mani della giudice Donatina Buffelli ed è stata quest’ultima a modificare il capo d’imputazione in “omicidio”.
Questo consentirà di eseguire accertamenti irripetibili, fondamentali per l’esito delle indagini.
La famiglia di Ivan Ciullo è difesa dagli avvocati Paolo Maci, Gianluca Tarantino e Chiara Landolfo che si sono avvalsi di più periti negli anni, perché tutti i dettagli sul caso potessero essere opportunamente vagliati per condurre definitivamente alla verità.
L’incarico peritale per i prossimi accertamenti sarà conferito nei prossimi giorni e riguarderà una perizia sulla memoria del computer portatile e del cellulare in uso alla vittima.
E.Fio