Sanità

Ispezione Pagliaro nel centro PMA del Fazzi: “Subito l’autorizzazione”

LECCE – Qui campeggia un albero della vita in cui ogni fogliolina corrisponde a un bimbo che non arrivava, cercato, desiderato e finalmente venuto al mondo grazie alla Scienza, a personale super qualificato e macchinari all’avanguardia. Siamo nel centro PMA -procreazione medicalmente assistita- dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Un centro che, però, è a metà. A spiegare perché è il consigliere regionale Paolo Pagliaro, che ha fatto una visita ispettiva nella struttura per verificare lo stato di attivazione dei servizi.
Il primo livello attualmente in funzione, ma allocato in spazi sacrificati. Per il secondo livello, quello dell’incontro tra ovocita e spermatozoo, la fecondazione vera e propria, si attende l’autorizzazione dalla Regione.
“Rilancio pertanto un appello al Dipartimento Salute della Regione -dice il consigliere- perché autorizzi subito, nelle more dell’accreditamento, il secondo livello che renderà effettivamente funzionale il centro PMA del Fazzi, dopo la intempestiva e dolorosa decisione di chiudere quello di Nardò interrompendo ogni attività e lasciando in sospeso le tante coppie che in quella struttura avevano trovato un solido punto di riferimento” ha dichiarato il consigliere sulla vicenda”.

Gli spazi previsti provvisoriamente per i trattamenti PMA di secondo livello, nelle due sale operatorie 13 e 14 del vecchio blocco operatorio, sembrano ben organizzati e funzionali. Ma resta l’auspicio che l’intero centro PMA venga trasferito al primo piano del Fazzi, negli spazi della ex Cardiochirurgia, oggi spostata al Dea, così che primo e secondo livello siano ospitati in un unico reparto. Ma rimane l’incognita dei tempi di realizzazione di questo progetto.
“Grazie all’atteso accreditamento del secondo livello e al piano di investimenti autorizzato dalla Direzione Asl, quello di Lecce potrebbe diventare uno dei centri di eccellenza a livello nazionale ed europeo” ha continuato Pagliaro.
I medici hanno richiesto 4 incubatori, uno dei quali, grazie a videocamere e software di ultima generazione, consente di seguire momento per momento lo sviluppo embrionale. E ancora: servono due ostetriche in più, questa è una richiesta in piedi già da quando il centro era a Nardò. Quella dell’attivazione del centro è una battaglia del consigliere che già a dicembre 2021 presentò una mozione per la riattivazione del centro neretino, seguita da un’altra mozione e da due interrogazioni.
L’appello è a far presto, “in una regione maglia nera per culle vuote, senza attendere i tempi biblici della burocrazia e senza che le coppie salentine siano costrette a emigrare”.

 

Articoli correlati

Semi, zappe, talee: “così la terra cura la disabilità mentale”

Redazione

Farmacia Ex Fazzi, “code infinite”: verso l’apertura extra

Redazione

“No alla chiusura di Rianimazione”. Domenica raccolta firme promossa dal Mrs di Scorrano

Redazione

Puglia, nuovo record assoluto di contagi in un giorno: 5.807. I decessi sono 19

Redazione

Focolaio covid nel carcere di Taranto: i positivi salgono a 39. I familiari: “primo caso snobbato”. La direttrice: “massimo impegno”

Redazione

Nuovo ospedale tra Maglie-Melpignano, la Regione avvia l’iter. Resta il giallo dei fondi

Redazione