LECCE – Per avere indietro i soldi concessi, con tassi usurai che sfioravano anche il 200%, avrebbe messo in mezzo anche nomi di peso della criminalità locale, cosicché la minaccia tuonasse più forte.
Per usura ed estorsione è stato condannato nelle scorse Vito Baglivi, 55enne leccese, ormai ex dipendente della Sgm nelle vesti di autista. A decidere sono stati i giudici della Seconda sezione penale del Tribunale di Lecce, presidente Cinzia Vergine.
Per lui 5 anni e mezzo di reclusione, interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, 20mila euro di multa e una provvisionale da 7 mila euro oltre al risarcimento (da liqidarsi in separata sede) in favore dell’imprenditore che avrebbe “prosciugato”, costituitosi parte civile con l’avvocato Francesca Conte.
Stando alle indagini, che hanno preso il la’ dalla denuncia dell’imprenditore che si è rivolto ai carabinieri, diversi gli episodi accertati di usura, con tassi che oscillavano tra il 140 e il 190%.
Perchè i debiti conseguiti dall’imprenditore fossero onorati il prima possibile, Baglivi avrebbe poi tirato fuori l’asso dalla manica: avrebbe detto alla vittima che quello era denaro proveniente da due noti esponenti della criminalità locale. Boss che non avrebbero esitato a sparargli o a costringerlo a consegnare cambiali per 20.800 euro di alcuni assegni pretesi a garanzia dei prestiti.
Dopo il deposito delle motivazioni, 90 giorni di tempo, il suo legale difensore – l’avvocato Giovanni Battista Cervo – potrà valutare se impugnare o meno la sentenza.
E.Fio