Cronaca

23 indagati, la rete del clan dietro gli affari di droga e di un tentato omicidio

SALENTO – Si chiude il cerchio sull’intricata rete criminale che avrebbe portato alla luce un gruppo che operava a Martano e nell’hinterland nell’ambito dello spaccio di sostanze stupefacenti. Ciò che ne viene fuori è la conferma di una struttura criminale organizzata e verticistica, con tanto di ruoli e compiti da rispettare; rapporti e accordi tra diversi clan riconducibili alla Sacra Corona Unita, non solo leccesi ma anche di altre provincie della Puglia. Inchiesta ricordiamo era partita dal tentato omicidio di Alberto Specchia, avvenuto il 9 agosto 2019 a Soleto; le indagini per fare chiarezza sui quei cinque colpi andati a segno contro l’operaio, hanno permesso di scoprire il contesto in cui operava il clan. In un primo momento si era pensato ad episodio da ricondurre all’attività di noleggio di navette ma successivamente il quadro emerso è stato ben più ampio permettendo agli inquirenti di scoprire una vera e propria organizzazione facente capo ad un uomo risultato collegato alla Sacra Corona Unita che oltre ad avere una invidiabile disponibilità di armi era dedita al traffico di sostanze stupefacenti, soprattutto nell’area da Martano fino a Otranto e costa orientale. Dopo mesi di lavoro le pm hanno notificato 23 avvisi di chiusura delle indagini. In particolare i provvedimenti riguardano: Federica Antonaci 45 anni, Giuseppe Bevilacqua 37 anni considerato l’esecutore materiale del tentato omicidio, , Rocco Bevilacqua 35 anni , Sara Cannoletta 35 anni, Antonio De Paulis 49 anni, Salvatore Mancarella 40 anni, Alessandra Rescio 47 anni, Rodolfo Saracino 56 anni, Alberto Specchia 35 anni,  Biagio Stella 48 anni, Maria Assunta Stella 55 anni,  Damiano Stomeo 32 anni e Francesco Zimari 60 anni. Questi tutti di Martano. Altri avvisi riguardano  Damiana Blasi 32 anni e Stefano Chiappara 39 anni di Corigliano D’Otranto, Salvatore Beneloucif 57 anni, Mauro Palumbo 51 anni entrambi di Andria; Vincenzo Mazza 37 anni e Gianpiero Pichierri 45 anni, di Manduria; Rosanna Stampete 49 annidi Cursi; Marco Carlomagno  44 anni di Carpignano Salentino; e infine Giuseppe Donato Donno 33 anni e Marco Salzano 28 anni di Zollino. Le accuse delle quali dovranno rispondere sono di associazione per delinquere armata, finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio, estorsioni, con l’aggravante del metodo mafioso, nonché porto e detenzione di armi ed esplosivi. Una struttura molto ben organizzata viene messo in risalto nell’ordinanza, che spesso metteva attorno allo stesso tavolo i fedeli esponenti dei vari clan che prendevano le decisioni importanti in veri e propri summit. Era stato deciso per esempio che nessuna ritorsione per mettere a tacere controversie doveva avere un carattere eclatante ma semmai fare ricorso a danneggiamenti e aggressioni, per non attirare troppo l’attenzione delle forze dell’ordine, ma c’era anche l’obbligo di utilizzare schede telefoniche da cambiare periodicamente intestate a terze persone e un vero e proprio alfabeto in codice per i riferimenti a droga e soldi.

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