PITTSBURGH – 10 ore sotto i ferri. Di nuovo. La piccola Giorgia è stata sottoposta a un lungo e delicatissimo intervento. Di fatto, quattro diverse procedure tutte insieme, quattro operazioni, eseguite dagli stessi medici che hanno eseguito il trapianto di intestino due anni fa.
Giorgia è di Lecce e vive da anni a Pittsburgh, in Pennsylvania, negli Stati Uniti, con mamma Elisa e il fratello maggiore Jody.
Affetta dalla rarissima sindrome di Berdon, la bambina, oggi 14enne, non ha mai mangiato in vita sua, si è sempre nutrita artificialmente. Riesce, dal giorno del trapianto, ad assaggiare cibi e bevande ma non ancora a mangiare nel vero senso della parola. È un percorso difficile per lei, fisicamente e psicologicamente.
E, essendo immunodepressa, ogni infezione è da trattare adeguatamente. Giorgia entra ed esce dall’ospedale.
Quest’ultimo intervento era programmato da più di un anno, nell’ospedale in cui è stata trapiantata e che la segue a tutto tondo da prima del trapianto stesso.
I medici hanno lavorato su stomaco, intestino, aderenze e hanno tentato di chiudere la fascia muscolare che era rimasta aperta, “Non un intervento di diastasi addominale, ma molto più complicato” spiega mamma Elisa.
Purtroppo non è stato possibile chiudere la fascia muscolare, e le condizioni di immunosoppressione devono essere strettamente monitorate. L’intervento, a parte questo, può dirsi riuscito. E ora parte l’ennesimo, lento e doloroso recupero. Giorgia ha la febbre e in queste ore viene monitorata in Rianimazione per scongiurare il rischio infezioni. Ma lei è una guerriera, supererà anche questa. E la sua famiglia ringrazia quanti le sono vicino e, nonostante la distanza, riescono a far sentire un forte, fortissimo affetto.