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Risparmi, pandemia e conflitto hanno trasformato i salentini in formiche

LECCE E PROVINCIA –  Prima la pandemia e poi il conflitto ucraino hanno trasformato i salentini in prudenti risparmiatori. Come formiche. Ancora di più di quanto già lo fossero.
In tutta la provincia di Lecce sono ben 268 i milioni di euro disinvestiti o svalutati, nel corso degli ultimi tre anni, nell’ambito degli investimenti finanziari, pari ad un tasso negativo del 7,3 per cento. È quanto emerge da un recente studio condotto dall’Osservatorio economico Aforisma, che ha analizzato l’andamento della raccolta indiretta degli istituti bancari e degli intermediari che operano nel territorio.
Parallelamente, la liquidità ferma sui conti correnti ha superato i 15 miliardi 474 milioni di euro nella sola provincia di Lecce. Al 31 dicembre 2019 era di 12 miliardi 558 milioni di euro.
I salentini guardano con maggiore apprensione alle oscillazioni del mercato e degli indici borsistici. Non investono non tanto per mancanza di liquidità, quanto per non mettere a rischio i propri risparmi.
La minore propensione al rischio, la perdita di valore di alcuni strumenti finanziari, a causa dei rendimenti negativi e non solo, hanno trasformato tanti ex investitori in prudenti risparmiatori.
Più nel dettaglio la raccolta indiretta degli operatori finanziari che operano a Lecce e provincia, dal 31 dicembre 2019 al 30 settembre 2022, è scesa da 3 miliardi 684 milioni (3.683.993.000) a 3 miliardi 416 milioni (3.416.198.000), considerata in base al «fair value», cioè al prezzo di mercato.Pari ad un tasso negativo – si diceva – del 7,3 per cento».
Il tracollo peggiore si è registrato nel primo trimestre 2020, proprio con la diffusione della pandemia. In appena tre mesi svanirono ben 423 milioni di euro, pari ad un tasso negativo dell’11,5 per cento.
Le crisi bancarie e non solo hanno cambiato profondamente l’approccio dei salentini verso la finanza. In tanti si sono trovati coinvolti in operazioni di azzeramento del valore delle azioni acquistate o delle obbligazioni sottoscritte. C’è chi ha perso definitivamente il proprio capitale e chi, invece, aspetta e spera in un risarcimento.

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