Attualità

Il miracolo della piccola Maria Rita nata due volte

RACALE – Vi presentiamo questa famiglia, giovane e numerosa: papà Muhammed Alì, mamma Maria Antonietta, Giulia Cusim Juseph, per gli amici Peppe Aisha  e la piccolissima Maria Rita, che ha 8 mesi.  È per lei che CuoreAmico è sceso in campo.

Questa famiglia è devota a Padre Pio e Santa Rita, che ha dato il nome alla loro bimba più piccola e fragile, perché -dicono- lei è stata miracolata. È nata morta ed è poi stata rianimata.

Prima di raccontarvi tutto di lei, è doveroso dire che mancano due altri bambini all’appello, che, in un momento molto difficile in cui Maria Antonietta era da sola, sono stati temporaneamente affidati a una casa famiglia.

Siamo a Racale, e un altro aspetto da chiarire -e sono loro che vogliono sottolinearlo senza vergogna- è che la casa in cui vivono adesso l’hanno occupata. “È una casa popolare che era disabitata -ci raccontano- ed essendo finiti in mezzo a una strada, ci siamo entrati con i nostri bambini, la stiamo aggiustando perché mancavano anche le porte e la stiamo, pin piano arredando. I nostri figli devono avere un tetto sulla testa”.

Parliamo della piccola Maria Rita: per un distacco di placenta e una grave emorragia interna della mamma, la bambina ha avuto un’ischemia severa acuta. Non ha mai potuto nutrirsi con il latte della sua mamma, ha passato i suoi primi due mesi di vita in terapia intensiva. Si nutre con un sondino, è costantemente collegata al saturimetro perché soffre di gravi crisi epilettiche di due tipi, ha bisogno di una bombola dell’ossigeno da tenere sempre con lei. Viene seguita dall’istituto “Medea” di Brindisi. È ricoverata spessissimo e con lei, ovviamente, la sua mamma.

Il futuro di Maria Rita è incerto, non c’è una diagnosi precisa, né un piano terapeutico definitivo. La speranza è ora riposta in una visita al Gaslini o al Bambino Gesù di Roma, ma è un viaggio difficile da organizzare: Muhammed lavora solo saltuariamente, cerca un posto in cui gli sia permesso assentarsi quando sua moglie e la figlia sono in ospedale, perché lui deve badare ai bambini. Nutre un sogno questa famiglia: quello di poter aprire una propria piccola attività per potersi gestire i tempi di una vita scandita dai ricoveri e dalle cure. Hanno in testa un progetto. Quello di mettere su un autosalone di vetture usate “Perché resti qualcosa nel futuro dei bambini”.

Ai salentini, tramite CuoreAmico, chiedono un contributo economico, perché la vita per loro è dura, durissima, e fanno di tutto per non far mancare nulla ai loro figli.

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