TARANTO/LECCE – Non si può sapere, da anni, come stanno le cose a Taranto e far finta di niente, continuando a curare o – nella peggiore delle ipotesi – a piangere altri bambini. Parte da queste premesse, perentorie, la strategia difensiva dei legali della famiglia di Iacopo, 5 anni, cresciuto nel quartiere Tamburi di Taranto e affetto da leucemia sin dalla nascita.
Questo giovedì mattina nel Tribunale civile di Lecce si è tenuta la prima udienza della causa intentata dai genitori del piccolo: allo Stato chiedono un milione e mezzo di risarcimento danni, pronti a dimostrare come il figlio abbia contratto la leucemia a seguito dell’esposizione alle emissioni nocive dell’impianto siderurgico ex Ilva.
“Il caso di Jacopo è emblematico della grave situazione per la salute dei bambini di Taranto, specialmente di coloro che vivono nel quartiere Tamburi e Paolo VI” spiega l’Avvocato Anton Giulio Lana, coordinatore del collegio di difesa dei genitori del piccolo Jacopo. “Lo Stato è sicuramente responsabile di quanto accaduto a Jacopo avendo omesso ogni intervento per rimuovere il rischio di contrarre tumori e altre gravi malattie da parte della popolazione tarantina che vive nelle zone a ridosso dello stabilimento” aggiunge l’Avvocato Mario Melillo, componente del collegio di difesa.
I legali della famiglia hanno perciò richiesto la somma di oltre un milione e mezzo di euro a titolo di risarcimento del danno.
“La somma richiesta non solo va a risarcire il danno patito da Jacopo, ma anche quello dei suoi genitori, la cui serenità familiare è stata stravolta da quanto accaduto al piccolo” incalza l’altro componente del collegio, l’Avvocato Cosimo Portacci. “Questo processo – concludono gli Avvocato Lana e Maria Immacolata Riso – si inserisce nel solco tracciato da numerose sentenze della Corte EDU che, in materia, hanno già avuto modo di affermare la responsabilità dello Stato italiano” .
Questa è solo la prima di una lunga serie di battaglie per Taranto che questo pool difensivo intende portare avanti, in primis per i bambini.
E.FIO
