BRINDISI – Sono trascorsi 36 anni da quando Don Ciccio Guadalupi, imprenditore del settore della pastorizzazione del latte e presidente della sezione locale di Confindustria, rimase vittima di una rapina compiuta proprio nella sua azienda. In quella occasione Vito Di Emidio, 19enne, poi diventato un boss della Sacra Corona Unita, fece fuoco e la vittima morì oltre un mese e mezzo dopo per le conseguenze delle ferite.
A distanza di tanti anni a Brindisi, su iniziativa del Comprensivo Casale e dell’associazione Libera, si è deciso di ricordare questa figura come la prima vittima innocente delle mafie.
Don Ciccio, per quanti hanno avuto la possibilità di conoscerlo, era un esempio di competenza e di dedizione al lavoro e forse sarebbe stato giusto valorizzarne la sua figura anche in passato.
Alla cerimonia, svoltasi sul sagrato della chiesa Ave Maris Stella di Brindisi, hanno partecipato i familiari, le autorità cittadine e le scolaresche del comprensivo Casale, dell’Istituto Carnaro e del Polo Messapia.
Mimmo Consales