LECCE – “Io non sono tua sorella, prendi le tue cose e vai a fare l’operazione al tabacchino qui vicino che fa lo stesso servizio”. Si è sentita rivolgere queste parole una 28enne di nazionalità colombiana che il 25 marzo dello scorso anno ha raggiunto una cartoleria a Lecce. Voleva usufruire del servizio MoneyGram che l’esercizio offriva e, tramite questo, inviare del denaro ai familiari.
Per la reazione scomposta e scioccante della commessa, che per allontanarla le ha anche spruzzato addosso del vetril, adesso arriva il conto: con al fianco il suo avvocato Lucia Longo, in mattinata durante l’udienza preliminare, ha chiesto un risarcimento per danni morali pari a 10 mila euro.
Quel giorno la giovane, che incredula ha ripreso la scena con il suo cellulare, si è sentita definire portatrice di malattie. Per gli spruzzi di Vetril, finiti negli occhi, in Pronto Soccorso le è stata diagnosticata un’irritazione con una prognosi di sette giorni.
Il pm Alessandro Prontera, che ha coordinato le indagini dopo la denuncia della vittima, ha ritenuto le parole discriminatorie e ha chiesto il rinvio a giudizio per la commessa, una 43enne di Trepuzzi, accusata di violenza privata e lesioni personali aggravate da odio etnico-razziale.
La vittima ha raccontato nella sua denuncia di essere stata messa alla porta, invitata a recarsi altrove, ignorata mentre altri clienti in fila dopo di lei venivano invitati a passare avanti, ingiuriata e definita anche prostituta. Una situazione che le ha provocato un forte stato d’ansia e crisi di pianto tanto che una pattuglia della Polizia Locale è intervenuta per capire cosa fosse accaduto.
Nelle scorse ore, davanti al gup Simona Panzera, si è costituita parte civile. La Giudice ha disposto il rinvio a giudizio davanti alla prima Sezione de Tribunale per il prossimo 2 maggio.