BARI – Non ci sono solo le associazioni ambientaliste e i comitati, istituiti ormai più di 5 anni anni fa, a dire no alle trivelle nei nostri mari. La posizione dei cittadini italiani fu rimarcata in un referendum indetto nell’aprile 2016. In quella occasione, pur non raggiungendo il quorum, l’indicazione fu evidente: l’85% dei votanti disse no alle trivelle in mare; in Puglia ancora di più, furono il 95%. A Lecce oltre il 96%.
Una chiara e netta indicazione della volontà popolare che, però, senza il raggiungimento del quorum si è persa nel tempo. Ma nel 2021 in Puglia si espresse anche la politica che, all’unanimità, votò una mozione, presentata dal capogruppo de la Puglia Domani Paolo Pagliaro, per allontanare le trivelle dalle nostre coste.
Nel mezzo, ci furono anche i ricorsi presentati dalla Regione, respinti dalla Corte di Giustizia europea.
Oggi, però, in piena crisi energetica mondiale si deve correre per recuperare energia. Anche perlustrando da cima a fondo Adriatico e Ionio visto che, solo nel tratto pugliese, sono ben 9 le concessioni autorizzate o in attesa di autorizzazione.
Ma la posizione non è cambiata. Resta quella, a tutti i livelli.
“Trivellare l’Adriatico, che è un mare chiuso, per ricavare il 5-6 % di gas e petrolio è una cosa che fa tanti danni e garantisce pochi vantaggi”, è la posizione del presidente della Regione Michele Emiliano rispetto alla volontà espressa dal governo centrale di intensificare l’estrazione di petrolio dai mari italiani per recuperare 2 miliardi di metri cubi di energia. Piuttosto – propone – si potrebbe nazionalizzare i pozzi.
Una posizione che trasversale trova sulla stessa linea, ancora oggi, il capogruppo de La Puglia Domani, Paolo Pagliaro. “Minacciare il nostro mare per pochi barili di petrolio, peraltro di pessima qualità, è un delitto” è il commento. L’impresa non vale il rischio. “Siamo una regione ad alta vocazione turistica – ricorda il presidente del gruppo – e il paesaggio ha una valenza fondamentale. Chi verrebbe a passare le vacanze su una costa salentina e pugliese, se all’orizzonte si stagliasse l’obbrobrio di una enorme piattaforma petrolifera?”.
Per Pagliaro le lotte sin qui fatte, come la mozione contro le trivelle, precedentemente citata, i convegni del 2014 organizzati a Lecce, Gallipoli, Porto Cesareo, insieme ai partiti che oggi sono al Governo, l’imponente manifestazione a Santa Maria di Leuca, la campagna di sensibilizzazione anche sulle spiagge, sono la conferma che oggi come allora la contrarietà al progetto è netta.