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Falegname ucciso in casa, le intercettazioni: “li vecchiarieddhri li accompagniamo noi….al cimitero”. Interrogatori lunedì

CASTRI DI LECCE – Potranno difendersi lunedì prossimo, durante l’interrogatorio che si terrà in carcere, i tre arrestati per l’omicidio di Donato Montinaro, falegname 75enne di Castrì, brutalmente ucciso in casa sua l’11 giugno scorso.

Accompagnati ieri (venerdì) a Borgo San Nicola, Angela Martella (58 anni di Gagliano del Capo), Patrizia Piccinni (48 anni residente ad Alessano) e Antonio Esposito (39 anni residente a Corsano) sono accusati di omicidio aggravato e rapina aggravata, ritenuti responsabili di quelle barbarie: secondo i carabineri una rapina ai danni della vittima, finita poi nel sangue. A difendere i tre saranno gli avvocati Luca Puce e David Alemanno.

Nell’ordinanza applicativa delle misure cautelari, a firma della Gip Laura Liguori, c’è un lungo elenco di intercettazioni ritenute dai militari e dalla Procura inequivocabili, tanto da incastrarli. I tre – tra chat, conversazioni al telefono e incontri de visu – manifestano dapprima angoscia per gli errori commessi, in alcuni momenti anche un senso di colpa. Con il trascorrere del tempo poi i toni cambiano: ad agosto, trascorsi due mesi dal delitto, pensano di poter voltare pagina, tanto che le due donne – sempre secondo gli inquirenti – avrebbero persino riaperto la caccia agli anziani benestanti da “assistere”.

Il 16 giugno, a soli cinque giorni dall’assassinio, le due donne (Angela e Patrizia) raccontano tra loro di aver guardato i tg. Da qui i primi timori su un imminente arresto.

A:”Mi devo preparare le robe?”

P: “Io e te sicure…hanno ripreso due donne. Noi due siamo nella cacca

A: “Eh si…e quando vengono?

Mentre Angela Martella – si legge nell’ordinanza – continua però a sperare che vada tutto nel verso giusto, la presunta complice Patrizia avrebbe già iniziato a ipotizzare una fuga altrove: “che ca**o dobbiamo fare sennò…ce ne andiamo” dice.

Nei giorni seguenti – scrive la gip nell’ordinanza – la Martella riferisce anche alla Piccinni della trattativa in corso per vendere la sua auto, la stessa utilizzata per raggiungere il luogo del delitto e con ogni probabilità immortalata dalle telecamere.

Il 23 giugno arriva poi una delle frasi più significative, ritenuta dagli inquirenti al pari di una confessione: Angela dice a Patrizia “è vero che abbiamo fatto una fesseria per migliorare la vita, ma abbiamo peggiorato la vita“.

Lo stesso giorno, fermate in strada per un controllo mentre erano insieme in auto – ritendendo quest’ultimo un chiaro segnale di stretta delle indagini intorno a loro – Patrizia dice ad Angela: “forse ci hanno fottute“. Angela replica: “n’hannu beccati..n’hannu beccate“.

Il 5 luglio, tramite chat, anche Antonio Esposito avrebbe rotto il silenzio, palesando angoscia per quanto fatto. A patrizia (tra l’altro sua ex) scrive: ” Penso continuamente ai miei figli e a quello che l’amica tua diceva e a quello che ho fatto e spero che tutto vada per il meglio“. Per la Procura il suo coinvolgimento, a questo punto, è indubbio.

L’8 luglio i riferimenti all’assassinio – sempre stando all’ordinanza – si fanno ancora più espliciti : “Abbiamo fatto uno sbaglio – dice Angela a Patrizia – io non volevo, io vi ho detto che state precipitando le cose, ve l’ho detto“.

Patrizia si giustifica: “eh la paura faceva novanta, che le impronte le mie sono, non le vostre! Che ca**o me ne frega più, cu venene..hei mi sono rotta i co***ni, sto aspettando proprio il giorno…adesso vado e mi consegno da sola“.

Da agosto, poi, i toni però cambiano. Dalla paura di finire in cella le due si sarebbero concentrare sulle prossime mosse per eludere il carcere.

L’11 Patrizia parla di un eventuale arresto come forma di terapia per la sua depressione: “lì è facile che mi passi anche la depressione che sto in compagnia…se mi carcerano, ho le altre carcerate che mi fanno compagnia no!“. Poi alla presunta complice illustra la strategia difensiva cui avrebbe fatto ricorso, spiegando di voler ottenere l’invalidità totale per la minorazone psichica allo scopo di evitare il carcere: “se mi danno la pensione ,che mi danno il 100%…io non sono compatibile con la vita carceraria..quindi mi danno i domiciliari a casa… e gliela metto in culo due volte” dice. Il 14 agosto la stessa Patrizia, al telefono con un uomo non identificato, si sarebbe poi informata sull’ammontare della pensione di invalidità civile.

Sul modus operandi delle due, infine, una intercettazione su tutte è definita dagli inquirenti “inquietante”. Dopo essersi date appuntamento in un bar, avrebbero pianificato il futuro così:

P: la prossima volta veniamo qui e ci sediamo..

A: Eh..

p: è più elegante, là è più di ragazzi delle scuole capito?

A: è facile che troviamo qualche vecchiareddhru che…

A: sì sì..

P: che vuole accompagnato e lo accompagniamo noi…

A: Sì sì..

p: al cimitero…

A: ah Patrizia…

 

ERICA FIORE

 

https://youtu.be/7C4_zTs8OqQ

 

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