LECCE – L’unico reparto in cui Baroni non avrà dubbi è quello d’attacco. Almeno dal primo minuto dovrebbero andare in campo Ceesay, al centro, affiancato da Strefezza e Banda.
Servono i gol per poter vincere. Finora non si è visto un attacco che ha segnato tanto. Mai più di un gol a partita, tranne che nella sfida vinta a Salerno. Però bisogna anche dire che gli avversari mai hanno fatto più di due gol.
Il meccanismo su cui deve scivolare il Lecce, in senso positivo, è quello d’attacco. Reparto in cui sono arrivati Ceesay, Colombo, Banda, Di Francesco, Oudin e Voelkerling. Trascorso il necessario tempo di ambientamento, poi ci sono le partite che rappresentano i veri esami.
I gol segnati finora dal Lecce sono stati 8. Per trovare una squadra che ha fatto meglio bisogna salire in dodicesima posizione dove c’è il Monza, che ha realizzato solo un gol in più. Mentre al decimo posto c’è il Torino con le stesse reti del Lecce.
Finora, fra difesa e attacco, senza trascurare il centrocampo che ha il suo peso nelle due fasi, il reparto difensivo sembra preoccupare meno. È in avanti che la squadra di Baroni non riesce a trovare fluidità. Il tecnico giallorosso ci sta lavorando. Puntando su una manovra meno prevedibile e più collettiva. Chiamando ad una maggiore partecipazione i laterali di difesa e ad una più concreta propulsione gli interpreti di centrocampo, specie coloro che sono deputati a creare quella superiorità e pericolosità negli ultimi venti metri.
Se non ci riescono coloro che restano in campo per un’ora, allora tocca a chi subentra dare la sterzata giusta e smentire le scelte iniziali di Baroni. Oggi, Blin, Bistrovic, lo stesso Helgason, Oudin, Colombo, Di Francesco sono interpreti in seconda battuta. Già lunedì contro la Fiorentina potrebbe cambiare qualcosa, per il centrocampo sicuramente, perché per vincere bisognerà osare.
