BRINDISI – La convocazione della conferenza di servizi per la realizzazione del nuovo collegamento ferroviario tra la stazione di Brindisi e l’aeroporto del Salento ha riacceso il dibattito sulla reale utilità dell’opera. L’ultima voce scesa in campo è quella del Movimento No/tap-No/snam che fa notare come stazione, porto e scalo aeroportuale siano già collegati attraverso un servizio di autobus elettrico, con frequenza ogni trenta minuti ed al costo di un euro e dieci centesimi.
La nuova opera, invece, comporterebbe un costo di 112 milioni di euro di risorse pubbliche e andrebbe a deturpare il parco dell’invaso del Cillarese, altri terreni agricoli di pregevole valore e l’antica via Appia per far passare i fasci di binari.
Un’opera grandiosa, la cui utilità è tutta da provare, anche in considerazione del fatto che sono già in corso i lavori per la realizzazione del collegamento “Shuttle” che prevede il raggiungimento delle stesse finalità con costi inferiori e con l’utilizzo di mezzi su gomma e dell’utilissima circolare del mare.
Chi si oppone al raccordo, però, trova di fronte uno schieramento compatto che vede allineata anche l’attuale Amministrazione Comunale di Brindisi, forse interessata più alla quantità di denaro che sarà spesa in questo territorio che alla reale funzionalità dei treni che collegheranno stazione e aeroporto.
Certo, si tratta di risorse pubbliche che non andranno ad incidere direttamente sul bilancio comunale, ma se gli stessi soldi fossero stati chiesti per un impiego differente forse il territorio ne avrebbe tratto maggiore giovamento. Il movimento No/tap-No/snam fa riferimento, ad esempio, agli edifici scolastici, di cui il 70% non rispetta le norme antisismiche e di sicurezza strutturale e non è dotato di impianti tecnologicamente avanzati per l’energia e il riscaldamento.
Insomma, c’è il rischio concreto di ritrovarsi con l’ennesima cattedrale nel deserto. E sarebbe davvero un peccato…
Mimmo Consales