Cronaca

“Sistema Cariddi”: così “Otranto è stato svenduto”. I dettagli dell’inchiesta

OTRANTO – Si parla di svendita del territorio di Otranto e il punto è che ad averlo svenduto sarebbero stati, in primis, l’ex sindaco Luciano Cariddi, nelle vesti di candidato al Senato nel 2018, e il suo successore alla fascia tricolore nonché fratello,Pierpaolo. Nelle carte dell’inchiesta, confluita anche nell’arresto di entrambi, il presunto scambio di favori tra politici e imprenditori idruntini si definisce talmente tanto consolidato, da essere indicato come Sistema Cariddi“.

Favorendo gli imprenditori amici, “con modalità illecite e in spregio agli strumenti urbanistici a tutela del paesaggio secondo gli inquirenti i fratelli avrebbero coperto i costi della campagna elettorale, macinato consenso politico in cambio di affidamenti di appalti e concessioni ad hoc, forzando autorizzazioni e pilotando sopralluoghi tecnici e di controllo,  e garantito anche incarichi professionali ai propri familiari e al proprio studio professionale ingegneristico. Il tutto con la complicità di ufficiali di Polizia Giudiziaria (come il comandante della Polizia Municipale idruntina, Vito Alberto Spedicato) e poi i responsabili e tecnici degli uffici comunali finiti nell’inchiesta.

I dettagli emergono dal provvedimento di misure cautelari emesso dal gip Cinzia Vergine su richiesta del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone. In quasi mille pagine si delinea il funzionamento di quello che è definito un vero e proprio “sodalizio“, “promosso, organizzato e guidato” da Luciano Cariddi, il cui fratello è dipinto quale “alter-ego“. Entrambi sono definiti “burattinai, interessati – si legge – a ottenere vantaggi in ambito politico ma anche professionale, insieme con almeno quattro imprenditori che nel territorio di pertinenza hanno significativi interessi economici soprattutto nel settore turistico alberghiero“.

Un modus operandi che, si legge ancora nelle carte dell’inchiesta, ai due avrebbe garantito continuità amministrativa per più di un decennio.

Emerge chiaramente – scrive la Gip – che alcuni committenti si rivolgevano allo “Studio CARIDDI” perche ben consapevoli che le pratiche edilizie si sarebbero comunque velocizzate ed in alcuni casi anche “aggiustate”, in virtù della sua carica di Sindaco. E infatti quest’ultimo, quando si presentava l’occasione, si prodigava con i suoi clienti e conoscenti nel trovare soluzioni idonee ad impedire, ostacolare o sviare un’indagine o un processo penale conseguente a controlli di polizia effettuati, tanto presso le strutture progettate dal suo studio ingegneristico, quanto per sistemare strutture abusive preesistenti, ricevendo relativo compensi direttamente o tramite i due ingegneri prestanome“.

Ad un certo punto, sui controlli pilotati, il comandante della Municipale – intercettato – si sfoga con un collaboratore: “parliamo chiaro che si prendono le mazzette – dice – qui la dobbiamo finire, io favori non ne faccio neanche al Padreterno, perché con il cu** mio non devono fare favori a nessuno! Va bene?!”. Sfoghi reiterati, quelli del comandante, su ripetute ingerenze, “dalle quali tuttavia – scrive la giudice – non ha la forza di sottrarsi“.

Sotto la lente degli inquirenti, oltre ai finanziamenti pubblici chiesti dal Comune di Otranto anche all’Unione Europea, la realizzazione del mercato coperto e di più parcheggi autorizzati dal Comune in area agricola, sottoposta a vincolo paesaggistico. In quest’ultimo filone rientra anche l’ex senatore e assessore regionale Totò Ruggeri, comproprietario di una delle aree parcheggio in questione, realizzata in area protetta, e per questo iscritto nel registro degli indagati. Tra questi ci sono anche altri nomi di spicco, come l’ex vicesindaco Michele Tenore e l’avvocato Mauro Finocchito.

E.FIO

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