LECCE – Si è conclusa da pochi minuti, come avete potuto vedere seguendo la nostra diretta, la tradizionale e solenne processione che ha dato il via alle celebrazioni in onore dei Santi Oronzo, Giusto e Fortunato, al termine della quale l’arcivescovo di Lecce Mons. Michele Seccia ha pronunciato il suo messaggio alla città di Lecce che quest’anno si colloca al termine del Giubileo Oronziano, a duemila anni dalla nascita del Primo Vescovo di questa Città.
Monsignor Seccia ha ricordato come questo sia stato una anno difficile, costellato di eventi tragici come la crisi sanitaria e lo scoppio della guerra in Ucraina. “Lecce- ha detto il vescovo- ha bisogno di ripensare il suo futuro alla luce delle sue meravigliose radici. Al termine dell’intensa stagione turistica non permettiamo che le nostre bellezze siano solo luoghi da ammirare, ma piuttosto realtà da vivere, sorgenti d’acqua viva da cui attingere. Ripensiamo anche ai luoghi dello svago, affinché non diventino siti per bivaccare”.
E parlando dei giovani: “è doveroso da parte delle generazioni adulte insegnare loro che il vero piacere non consiste nelle frivolezze della vita, bensì nella ricchezza della cultura. Non temete- detto agli amministratori – ad assumere decisioni impopolari quando queste hanno una finalità fortemente educativa e formativa. Penso ad una “rivoluzione educativa” nella quale vorrei tanto sentirmi accompagnato dagli adulti, dai formatori, dai padri e dalle madri di
famiglia.
Bisogna rifuggire con fierezza e prontezza – ha continuato – dalla svendita del nostro territorio, spesso piegato allo sfruttamento e alla sete del guadagno. Lecce poi, sia sempre più in grado di essere comunità accogliente, pronta a venire incontro alle necessità dei poveri e dei sofferenti e non chiuda le orecchie dinanzi al grido dei più bisognosi”.
Non è mancato il riconoscimento per il ritorno della squadra di calcio del Lecce in serie A, un traguardo che fa onore alla città e infine il messaggio ai cittadini e ai politici in vista dell’appuntamento elettorale: “dobbiamo rifuggire dalla tentazione dell’astensionismo: Auspico vivamente che le settimane che ci separano dalle
urne continuino ad essere all’insegna della moderazione, evitando le sterili polemiche”
