Sanità

Mensa “Fazzi”, prima l’ispezione e poi l’interrogazione sui costi del servizio

LECCE – “Non ho travalicato le mie prerogative, tanto meno ho confuso il mio ruolo istituzionale con quello di editore”. Il consigliere regionale Paolo Pagliaro replica alla nota diffusa dalla Asl di Lecce in riferimento alla attività ispettiva effettuata il 1° agosto nell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. «È una ricostruzione non veritiera e distorta afferma Pagliaro – La mia ispezione era finalizzata a verificare la qualità dei pasti erogati ai degenti. Un sopralluogo che ho voluto effettuare  a seguito di numerose segnalazioni, corredate da fotografie, inviatemi dagli stessi pazienti che sollecitavano un mio intervento”.

Nella nota della Asl Pagliaro viene accusato di essersi “introdotto senza autorizzazione nei locali di preparazione pasti, peraltro senza copricapo e calzari”, quando invece in premessa e nella stessa nota – sottolinea l’interessato – si riconosce al consigliere regionale di aver esercitato “legittimamente il diritto di accesso riconosciuto ai Consiglieri regionali dall’articolo 39 dello Statuto della Regione Puglia”. Quanto ai calzari e ai copricapo – aggiunge – pur avendone fatto richiesta, non ci sono stati forniti. E per giunta alcuni dei dipendenti lì presenti non ne erano provvisti, come mostrano le immagini in nostro possesso”.

Ma c’è un altro punto sul quale Pagliaro tiene a far chiarezza per sgombrare il campo da possibili equivoci di sorta. La Asl Lecce contesta al consigliere di aver “confuso il ruolo istituzionale con quello di editore di una nota tv locale” perché le immagini riprese nell’ambito della visita ispettiva sono state tramesse in un servizio giornalistico mandato in onda il 2 agosto dalla stessa “nota tv locale”.

Nel pieno esercizio del mio diritto ispettivo e in osservanza dello Statuto regionale al quale mi sono rigorosamente attenuto nella forma e nella sostanza – precisa Pagliaro – io stesso ed un collaboratore del mio staff abbiamo realizzato immagini video e fotografie per poter documentare quanto rilevato. Immagini che sono state inviate a tutti gli organi di informazione e che sono state pubblicate da alcune testate, e non solo da una “nota tv locale”. Non si provi a confondere i miei due ruoli: pubblico e privato, istituzionale e professionale, perché il netto discrimine mi è ben chiaro e non consento che si giochi sull’equivoco”.

Pagliaro inoltre ricorda l’importanza e il ruolo dell’attività ispettiva di un consigliere regionale, garantita dalla Costituzione a tutti gli eletti, “finalizzata a controllare che i servizi pubblici siano erogati nel modo dovuto e a riscontrare eventuali criticità segnalate dagli utenti, esattamente come ho fatto in quest’occasione, dando voce ai reclami di un gran numero di degenti di fronte a pasti inaccettabili”.

Di qui la sollecitazione alla Asl “a compiere il proprio dovere, anziché lanciarsi in reprimende infondate. Provveda a svolgere le ispezioni dovute, perché certamente i degenti si saranno lamentati invano con il personale ospedaliero prima di ricorrere al sottoscritto per poter trovare ascolto”. 

Nel momento in cui si garantisce la privacy, come è stato fatto oscurando i volti delle persone riprese nel legittimo esercizio dell’attività ispettiva, – agginge Pagliaro – non capisco quale sia il problema nel diffonderne le immagini. La mia linea non cambia, continuerò a svolgere sopralluoghi e a documentarli per mostrare all’opinione pubblica ciò che non va. A supporto della mia ispezione, c’è un ingente quantità di fotografie sul cibo scadente somministrato nei reparti dell’ospedale Vito Fazzi, inviatemi dagli stessi pazienti che mi sollecitavano ad intervenire. Ho raccolto un vero e proprio dossier, di cui ho diffuso solo una parte”.

La battaglia per un servizio di ristorazione efficiente e decoroso nel presidio ospedaliero Vito Fazzi andrà avanti, assicura Pagliaro il quale è pronto a presentare una nuova interrogazione per chiedere “quanto costi al sistema sanitario pubblico il servizio mensa erogato, se i dovuti controlli qualità vengano effettuati con regolarità, e copia dei verbali di tali verifiche, per la massima trasparenza che è dovuta al mio ruolo istituzionale di rappresentante dei cittadini»

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