PUGLIA – Il macigno della burocrazia rischia di tenere chiuso il forziere dei fondi in arrivo dall’Europa per il prossimo Programma di Sviluppo Rurale della Puglia: quasi 2 miliardi di euro per il quinquennio 2023-2027. A suonare la sveglia alla Regione è la Coldiretti, che sollecita una “decisa inversione di tendenza per non ripetere gli stessi errori del passato, sburocratizzando le procedure e puntando sulle filiere, sui giovani e razionalizzando le risorse per i Gruppi di azione locale”.
Il riparto dei fondi Feasr ha assegnato alla Puglia 1 miliardo 185 milioni di euro, con il 49,50% di cofinanziamento nazionale. Ma servono bandi snelli per evitare il pantano dei ricorsi e le lungaggini burocratiche che in Puglia rubano fino a 120 giorni all’anno – quattro mesi – al lavoro nelle aziende agricole. Una palla al piede che frena l’avvio di nuove attività e l’ingresso dei giovani nelle imprese agricole. Anche sul fronte dei GAL, i Gruppi di azione locale, è necessario riequilibrare i fondi assegnati tenendo conto del minimo imposto da Bruxelles, pari al 5% delle risorse totali, per dare finalmente ossigeno ad una misura ad hoc sul benessere animale, attraverso la semplificazione burocratica ed una maggiore capacità di spesa.