BRINDISI – I recenti episodi legati ad annegamenti ed a salvataggi compiuti in condizioni di mare particolarmente proibitive hanno riproposto con forza anche a Brindisi il problema delle mancate tutela nelle spiagge libere dei nostri litorali.
Com’è noto, negli stabilimenti balneari il servizio di salvamento è obbligatorio ed è a carico dei titolari delle strutture. Ma la stessa cosa è prevista anche per i tratti di spiaggia libera dove l’obbligo del bagnino teoricamente comporterebbe una unità ogni cento metri di bagnasciuga.
E’ evidente che assolvere a questo obbligo comporterebbe notevoli problemi per le amministrazioni comunali ed è per questo che spesso si fa ricorso ad una scappatoia che consiste nell’apporre dei cartelli con le scritte che indicano l’assenza del servizio di salvamento. Come dire, insomma, che se qualcuno decide di fare il bagno lo fa ben consapevole di eventuali rischi di annegamento.
Proprio questo aspetto della questione, però, appare particolarmente controverso perché una semplice cartellonistica non può mettere a posto le coscienze e quindi sarebbe il caso che anche qui da noi ci si cominciasse ad organizzare per assicurare quantomeno un servizio di vigilanza, magari con l’impiego di volontari da collocare nei tratti di spiaggia libera più frequentati ed in cui si verificano più frequentemente condizioni di pericolo.
In fin dei conti, garantire la sicurezza dei cittadini-bagnanti è più o meno la stessa cosa delle garanzie che vengono offerte nella gestione del traffico automobilistico con l’impiego delle forze dell’ordine. Il tutto, ovviamente, facendo attenzione a non scaricare la patata bollente della sicurezza solo sulle spalle dei comuni che ogni giorno fanno i conti anche con i propri bilanci.
Mimmo Consales