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Calabresi a Piazza Giallorossa: “Ce la giochiamo fino alla fine, non ci dormo la notte”

LECCE (di Carmen Tommasi) – Esperto, volenteroso, deciso, a modo e determinato: ecco il duttile difensore del Lecce Arturo Calabresi, un giocatore importante che si è conquistato in punta di piedi un posto da protagonista nella squadra di Marco Baroni. L’ex Bologna, ospite della puntata 1589 di Piazza Giallorossa, 26 anni compiuti lo scorso 17 marzo, parla della sosta del campionato cadetto, ma non solo: “Credo che sosta sia servita per più aspetti. Anche per recuperare le energie e gli infortunati. Occasione per lavorare bene, la sosta sicuramente è servita per più aspetti. Nonostante, i 4 pareggi di fila sono contento per come ha reagito la squadra. Siamo una squadra che si ribella -ha chiosato Calabresi- sempre alla sconfitta. La gara di Cosenza? La sconfitta è rimasta dentro al mister che dice di provare dolore fisico, ma anche dentro di noi. A prima nei primi minuti abbiamo avuto un approccio positivo e propositivo, abbiamo portato a casa un punto contro una squadra di livello. Il passato è passato, ora siamo qui e ce la giochiamo fino alla fine”.

L’OBIETTIVO – Il calciatore romano, 24 presenze e 2 assist nel campionato in corso, dice la sua sul campionato cadetto e sullo sprint finale delle ultime sette gare: “La classifica la guardiamo ed è bello guardarla. Vivio per quella. Dire che non la guardo è da ipocrita. Era preventivazione che non ci fosse una fuga, adesso contano solo queste 7 partite. Conta essere avanti alla fine”. 
FIGLIO D’ARTE –  Arturo si racconta a tutto tondo e parla del papà papà Paolo Calabresi , attore e presentatore: “Mi ha tramandato la passione per il calcio. Quello che ho fatto da piccolo come attore era solo un gioco, io volevo fare il calciatore. Il gol alla Roma in Coppa Italia? È stata un’emozione bellissima, sensazioni uniche. Serata speciale. Segnare sotto la curva sud, dove andavo con papà da bambino è stato bellissimo. Il Lecce? Ho girato tante squadre, ma il senso di appartenenza che ho trovato qui, mi ha colpito subito. Questa cosa mi piace. All’inizio ho sofferto tanto perchè giocavo poco, ma mi sono messo a disposizione e ora sto giocando. La fascia da capitano quando mancava Lucioni? Diciamo che è stata una gioia, una bella responsabilità Io nasco difensore centrale, ma ormai sono da 3 anni che mi alleno e lavoro da terzino. Io mi sento terzino. Mi è rimasta qualcosa da centrale, ma dividermi in due ruoli mi gratifica. A gennaio ho valutato di andare via. Volevo giocare di più e stavo mordendo il freno. Poi, sono rimasto, mi hanno capito e sono felice. Mi sento parte del progetto. Mettere le basi per un futuro qui a Lecce mi piacerebbe. Mi sento un punto fermo. Il mio sogno e obiettivo stagionale è quello di tutti quanti, non ci dormo la notte. Non mi definisco leader, se lo pensano lo devono dire gli altri. Il mister? È molto preparato e bravo, quasi maniacale nel preparare le gare”.
I CIOCIARI – Ma adesso, però, arriva il Frosinone al “Via del Mare” e bisogna fare bene, in quella che definisce una gara tosta e difficile: “Ora devi fare affidamento solo sulle tue forze. Oggi penso solo a Frosinone. Sappiamo che ogni partita è difficile. Dopo pensiamo alla partita di Terni, sappiamo che ci daranno filo da torcere. Arrivati a questo punto non bisogna farsi prendere dai pensieri fuori dal campo. La pressione deve essere un privilegio. Siamo lo specchio di quello che ci dice il mister, facciamo del nostro meglio per applicare il suo messaggio. I ciociari sono una squadra forte e che gioca un buon calcio. Dobbiamo sfruttare i loro punti deboli. Il mio primo gol in campionato? Speriamo che arrivi presto, dai (sorride, ndr). Speriamo di ripagare i tifosi con delle belle prestazioni”.

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