BARI – Assenteismo, furbetti del cartellino, malasanità, carte false pur di ottenere fondi pubblici specialmente in agricoltura, diverse criticità in capo alle Asl e ai gruppi regionali della scorsa legislatura. E, soprattutto, un poco edificante record tutto pugliese: troppi Comuni sono o rischiano il dissesto.
E’ il bilancio di un anno di lavoro della Corte dei Conti di Puglia, illustrato durante la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario.
Il punto più critico è evidenziato dalla Procura della Corte dei Conti: oltre il 76 percento di richieste di piano riequilibrio finanziario dei Comuni riguarda enti di regioni meridionali, la maggior parte di queste, però, sono proprio in Puglia. E l’esempio del presidente della sezione Controllo della Corte dei Conti, Enrico Torri è stato proprio il Comune di Lecce.
Ma una parte da protagonista non l’hanno avuta solo i Comuni, anche la Regione Puglia. Non è mancato, ancora una volta, il riferimento alla passata legislatura del Consiglio regionale, in cui gruppi consiliari (Pd, Movimento 5 Stelle, Senso civico, il misto, Forza italia, lista Schittulli, i Popolari, Puglia Con Emiliano) sono stati più volte ammoniti dai magistrati perché i collaboratori fissi, anziché essere inseriti nelle spese di funzionamento del gruppo come dovrebbe essere, venivano annoverati tra le spese del personale. Cosa cambia lo ha spiegato chiaro il procuratore: in questo modo si è ottenuta una “sostanziale elusione del budget per i contributi di funzionamento che sono di gran lunga inferiori di quelli fissati per la spesa del personale”. Insomma si è speso tanto di più, al punto che diversi gruppi hanno dovuto – o avrebbero già dovuto – rendere parte delle spese contestate. L’attuale legislatura è intervenuta correggendo la legge ma, hanno spiegato i giudici, bisogna capire se è stato sufficiente oppure no a sanare gli splafonamenti del passato.
Il procuratore regionale Carlo Alberto Manfredi Selvaggi ha, poi, toccato un punto nevralgico della Regione sul quale – vi anticipammo – sta conducendo un approfondita indagine: le parcelle degli avvocati che spesso sconfinano in debiti fuori bilancio. Viene, in particolare, citato il caso di uno studio legale che con “sistema truffaldino frazionava il credito aumentando in maniera esponenziale le spese a carico della Regione”.
Nelle relazioni un particolare riferimento è per la Asl di Lecce. Le criticità evidenziate riguardano il ricorso alle gare ponte, una spesa farmaceutica troppo alta con continui splafonamenti e poi il trasporto disabili: “l’Azienda – si legge – avrebbe continuato a fatturare mensilmente agli enti locali la quota di loro spettanza per il trasporto dei disabili, determinandola nella misura massima del 60% del costo sostenuto, in assenza di un preventivo accordo sulla percentuale di compartecipazione”. E per finire evidenziato dai magistrati anche il capitolo delle disdette delle prenotazioni: l’obiezione è per la “contabilizzazione parziale e forfettaria dei crediti derivanti da sanzioni per mancate disdette di prenotazioni, prestazioni di pronto soccorso caratterizzate da attribuzione di “codici bianchi”, recupero di somme per autocertificazioni ticket non conformi, oltre che mancata svalutazione degli stessi crediti con riferimento alle annualità 2015 e successive”.
E’ stata, infine, ricordata la vicenda del ginecologo e dell’ortopedico, entrambi leccesi, che pur visitando in ospedale in regime di intramoenia, non versavano alle casse della Asl la percentuale spettante.
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