LECCE – «Non c’è nulla di riconducilbile alla psicosi, all’autismo o al pensiero magico: De Marco è, a tutti gli effetti, quello che in gergo si definisce “narcisista maligno”. Un De Marco libero avrebbe colpito ancora, ha tutte le caratteristiche di un serial killer». Arriva dritta al punto in aula bunker la criminologa Roberta Bruzzone, consulente di parte nominata dal padre di Eleonora Manta, vittima insieme al fidanzato Daniele De Santis del massacro di via Montello il 21 settembre di due anni fa.
In mattinata una nuova udienza del processo: si continua a scandagliare la vita e la psiche di Antonio De Marco, reo confesso del duplice omicidio.
In prima battuta i consulenti nominati dalla Corte d’Assise (presieduta da Pietro Baffa), il professore Andrea Baldi e lo psichiatra Massimo Marra, hanno illustrato i risultati del supplemento di perizia richiesta dai difensori di De Marco, gli avvocati Starace e Bellisario. Gli approfondimenti – hanno ribadito – confermano i risultati della perizia già depositata: l’infermiere avrebbe ucciso nella piena capacità di intendere e di volere.
La criminologa Bruzzone, subito dopo, ha illustrato il risultato dei suoi studi, incentrati sugli scritti e gli atteggiamenti del reo confesso, per poi tracciarne un profilo psicopatologico e comportamentale esatto.
Su quanto emerso l’esperta non ha dubbi: «È la prima volta, in 20 anni di esperienza, che mi ritrovo davanti ad un diario (quello di De Marco appunto) che fotografa in modo cristallino e inequivocabile un disturbo narcisistico della personalità. Un narcisismo maligno con caratteristiche ben precise, confermate dai suoi scritti e dal suo modo di agire» ha detto.
Poi il lungo elenco di atteggiamenti e pensieri messi nero su bianco dal 22enne, a suo avviso inconfondibili e tipici del disturbo in questione, confluito poi nella frustrazione per la felicità altrui, l’angoscia, la rabbia, la pianificazione della vendetta e, infine, il delitto.
Il momento esatto di quella che in Clinica si definisce la “disorganizzazione dell’io”? «Il 19 agosto – spiega la Bruzzone – e c’è un video che lo immortala chiaramente: De Marco mangia in modo compulsivo, rigurgita, mangia di nuovo, parla al suo io del futuro: sembra in preda alla follia. In quel momento era a casa di Daniele, che era nell’altra stanza». Subito dopo De Marco cancellerà il numero dell’arbitro coinquilino «nel chiaro intento di eliminare ciò che lo disturba – motiva la criminologa – un atteggiamento, anche questo, tipico del narcisista maligno. Si elimina tutto ciò che fa male, genera invidia, dà fastidio». Successivamente De Marco – al limite della sopportazione di quello stato di frustrazione – maturerà il piano criminale, non riuscendo più a contenere la rabbia.
I difensori dell’imputato hanno intanto annunciato che De Marco rinuncia alla possibilità di farsi interrogare nelle prossime udienze, come fatto fino ad oggi.
ERICA FIORE
https://youtu.be/j4vuvIvTpAY