BRINDISI – Brindisi vive una crisi economica ed occupazionale che va ben oltre le emergenze determinate dalla grave situazione sanitaria. Il processo di decarbonizzazione sta producendo da anni effetti decisamente negativi, a cui si aggiungono le conseguenze di una riconversione industriale che paga il pegno di una mancanza di reale programmazione.
Ci sono vertenze occupazionali che si trascinano da decenni come quella degli ex dipendenti delle aziende chimiche Dow Chemical ed EVC ed altre da meno tempo, ma altrettanto gravi, come quella della piattaforma di rifiuti gestita dal gruppo Nubile e della Termomeccanica. Nel settore metalmeccanico spicca la chiusura dello stabilimento della Leucci industriale, mentre nel comparto aeronautico hanno perso la propria occupazione 83 addetti del gruppo aeronautico della ex GSE e quelli di Processi Speciali. Il tutto, in aggiunta a realtà più piccole che fanno meno rumore, ma che sommate tra loro determinano altri effetti devastanti dal punto di vista dei posti di lavoro persi.
Ebbene, a fronte di una situazione così pesante, fa notizia quanto affermato dall’azienda metalmeccanica Scandiuzzi, che dichiara di voler assumere 50 operai specializzati ma di non trovarne a disposizione.
E’ sin troppo evidente che esiste un chiaro problema legato alla difficoltà di far incontrare la domanda con l’offerta in termini occupazionali. Un fatto gravissimo che chiama in causa gli uffici provinciali del lavoro ed anche le altre strutture pubbliche deputate a compiti di questo tipo.
Nel frattempo, non sarebbe male se anche la Prefettura, di concerto con le associazioni di categoria e con le organizzazioni sindacali, desse una mano a favorire l’incontro tra chi cerca e chi offre occupazione. Dalla crisi si esce anche così.
Mimmo Consales
