BARI- Si cerca la strada alternativa all’apertura della discarica di Corigliano. E non c’è niente di semplice: alla politica spetta il compito certosino di quadratura del cerchio, che ha molte variabili. Si discuterà di questo nel vertice convocato a Bari per il pomeriggio di martedì 21 dicembre dall’assessora all’Ambiente Annagrazia Maraschio. L’invito è stato recapitato in mattinata alla sindaca di Corigliano Dina Manti; al presidente della provincia di Lecce Stefano Minerva; al referente Anci Carlo Salvemini, sindaco di Lecce; al direttore dell’Ager, l’agenzia regionale che si occupa della gestione rifiuti, Gianfranco Grandaliano.
Il punto di partenza è il nuovo piano rifiuti approvato in Consiglio regionale: l’apertura della discarica di Corigliano è prevista, in quanto le discariche di Cavallino e Ugento sono prossime all’esaurimento. Come si può evitare l’entrata in esercizio nei prossimi mesi, per non mettere a rischio la falda che scorre proprio sotto il sito individuato a Corigliano e che è l’unico corpo idrico considerato in buono stato nel Salento?
Si sta lavorando su almeno tre fronti.
Il primo: spingere tutti i comuni al raggiungimento di almeno il 65 per cento di raccolta differenziata per ridurre il più possibile la frazione secca residua da conferire in discarica.
Il secondo: anche a fronte di percentuali elevatissime di differenziata, comunque ci sarebbe bisogno di un sito di smaltimento. A quel punto, nel Piano rifiuti si intravede uno spiraglio: la “possibilità di individuare altri siti di smaltimento con volumetrie disponibili rispondenti ai fabbisogni e criteri localizzativi di riferimento, prevedendo l’entrata in esercizio nel 2023″. Ager dovrà indicare quali discariche fuori provincia potrebbero accogliere il residuo dei rifiuti leccesi.
Il terzo fronte riguarda la riconversione del sito di Corigliano, per cui sono stati spesi fondi pubblici e privati: le proposte che circolano sono di due tipi e cioè o la trasformazione in discarica di inerti o in centro di stoccaggio per rifiuti non pericolosi come plastiche, imballaggi, vetro. Tutto ciò a valle di permessi da rivedere contando anche che al momento l’Autorizzazione integrata ambientale per l’entrata in esercizio della discarica non è completata.
Sul territorio la mobilitazione c’è perché nessuno vuole trovarsi con la spazzatura per strada ma neppure vuole mettere a rischio l’unica falda che dà da bere a mezza Puglia. Dopo la pausa natalizia, della questione dovrà discutere anche il Consiglio regionale, a cui il consigliere Paolo Pagliaro ha presentato la mozione che chiede lo stop all’apertura.
T.C.
