Attualità

Morti bianche, è allarme. Nascerà l’osservatorio provinciale, chiesto dai sindacati

LECCE – È partita con un sit-in molto partecipato, questa mattina, la mobilitazione generale del sindacato confederale salentino sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro.

A fotografare nel dettaglio un fenomeno più che allarmante su questo territorio è stato, nei giorni scorsi, il report dell’ Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering

Per la provincia di Lecce, nello specifico, maglia nerissima: nei primi nove mesi di quest’anno le morti bianche sono più che raddoppiate, passando dalle 8 del 2020 alle 19 conteggiate fino a settembre scorso.

“Non è possibile pagare per la ripresa economica post-Covid un prezzo così alto in termini di vite umane e di salute” rimarcano all’unisono Cgil, Cisl e Uil che alla prefetta di Lecce, Maria Rosa Trio, hanno chiesto l’istituzione di un osservatorio provinciale sul fenomeno,con il coinvolgimento delle parti datoriali, sindacali, delle istituzioni (Asl, Spesal, Inail, Inps, Itl) e dei decisori politici.

Richiesta subito accolta – fanno sapere al margine del sit-in – tanto che dalla Prefettura hanno rassicurato di essere già al lavoro per la sua costituzione.

Perchè il mondo del lavoro sia più sicuro, Cgil Cisl e Uil da tempo chiedono anche l’assunzione di ispettori e tecnici della prevenzione, ulteriori investimenti in sicurezza, l’introduzione dell’aggravante nel codice penale di “infortunio mortale sul lavoro” in caso di condanna dell’impresa. Senza contare un tema che si intreccia con la discussione in atto sulla riforma delle pensioni: chi svolge lavori usuranti non può restare in attività alla soglia dei 70 anni (cioè la fascia d’età più interessata dagli aumenti della mortalità sui luoghi di lavoro).

La mobilitazione è solo un primos step: proseguirà con altre iniziative pubbliche per formare ed informare i lavoratori e sensibilizzare la cittadinanza su un tema che riguarda tutti. Perchè lavorare in sicurezza è un diritto di tutti.

IL FOCUS SUL FENOMENO

Infortuni sul lavoro, tutti i numeri

In provincia di Lecce, secondo l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering (che elabora dati Inail), nei primi 9 mesi dell’anno si sono registrate 16 morti sul lavoro, alle quali vanno aggiunti 3 casi di incidenti mortali in itinere (ossia nel tragitto casa-lavoro). Un dato che colloca il Salento al decimo posto della classifica delle province più martoriate dalla piaga delle cosiddette “morti bianche”, se si prendono in considerazione i numeri assoluti. Se invece si analizza l’indice di incidenza di infortuni mortali sul totale degli occupati (numero di morti per milione di occupati), Lecce risulta la sesta provincia italiana con un indice pari a 71,7 morti per ogni milione di occupati. Per capire quanto la situazione locale sia diventata preoccupante, basti un confronto con i dati regionali e nazionali. In Italia sono morti 731 lavoratori (esclusi i lavoratori deceduti nel tragitto casa-lavoro) nei primi 9 mesi dell’anno con un indice medio nazionale pari a 31,9 morti per ogni milione di occupati; in Puglia la situazione peggiora: i 61 morti (sempre al netto delle morti in itinere) fissano l’indice medio regionale a quota 50 morti per ogni milione di lavoratori.

Il bollettino Inail al 30 settembre 2021

Analizzando il bollettino Inail del terzo trimestre 2021, emerge un’impennata delle denunce di infortuni nei primi nove mesi dell’anno.

Lecce

In provincia di Lecce nel periodo gennaio-settembre sono stati denunciati 3.074 incidenti sul lavoro, contro i 2.506 dello scorso anno: il 22,7% in più. La mortalità è più che raddoppiata: dagli 8 casi del 2020 ai 19 di quest’anno (compresi gli incidenti mortali in itinere, ossia nel tragitto casa-lavoro). Probabile effetto della pandemia e del lockdown è l’aumento a dismisura delle malattie professionali: 659 denunce contro 406 (il 62,3% in più).

Puglia

Il bollettino fornisce dati più dettagliati su base regionale. Allargando il punto di vista si scopre che in Puglia le denunce di infortunio sono state 17.666, contro le 16.749 dello scorso anno. L’incidentalità è aumentata sia sui luoghi di lavoro (da 14.758 a 15.464) sia nel tragitto casa-lavoro (da 1.991 a 2.202). Lo scarto è quasi interamente dovuto all’aumento degli infortuni nel settore industriale e dei servizi (da 13.152 a 14.678). Segnale dei tempi che cambiano è l’aumento sensibile degli accadimenti nel settore trasporto e magazzinaggio (da 755 a 1.069). Nelle costruzioni e negli impianti, settore da sempre sensibile al tema della sicurezza sul lavoro, tra edilizia industriale (594 incidenti) e artigianale (552 casi) sono state presentate 1.146 denunce (erano 859 nel 2020); nel metalmeccanico le denunce totali sono 739 (474 nel settore industriale e 265 nell’artigianato): nel 2020 il dato si fermava a 614. L’incidentalità aumenta in tutte le fasce d’età, in particolare tra 55-59 anni (2.435 casi contro 2.191) e tra i 60 ed i 64 anni (1.466 contro 1.338). Gli infortuni mortali sono stati 75 (50 nel 2020): 61 si sono verificati sul luogo di lavoro; 14 in itinere. Analizzando la mortalità sul luogo di lavoro per settore, spicca l’aumento nel settore terziario (19 casi contro gli 8 del 2020). Quattro le donne coinvolte negli incidenti mortali; 71 gli uomini.

Quanto alle malattie professionali, in Puglia si registra un incremento delle denunce pari al 61,2%: al 30 settembre 2021 le denunce sono 3.047, un anno fa erano 1.890. Sul luogo di lavoro si contraggono in particolare malattie oncologiche (133 nel 2021 contro 114 nel 2020), disturbi psichici e comportamentali (24 contro 9), malattie del sistema nervoso (183 contro 101), malattie dell’orecchio (337 contro 219), malattie del sistema respiratorio (116 contro 91), malattie del sistema osteomuscolare e del tessuto connettivo (1993 contro 1.138).

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