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In Puglia la pensione media è di 743 euro. Cgil: “La riforma è una presa in giro. Il governo ci ascolti”

BARI – Sono 1.160.425 le pensioni erogate in Puglia, escluse quelle dei circa 200mila ex dipendenti pubblici; mediamente, ammontano a 743 euro lordi mensili. Di queste circa 82mila sono pensioni sociali da 450 euro al mese. Poco, pochissimo.

Ecco perché serve una riforma che tenga conto dei divari che ci sono nel nostro Paese. Ma quella che è stata ipotizzata dal governo Draghi con la manovra di bilancio non piace ai sindacati. Il punto è la sostituzione di quota 100 con Quota 102 e 104. In buona sostanza, con Quota 102 si potrebbe andare in pensione a 64 anni, con 38 di contributi all’attivo. Con quota 104, dal 2023, i requisiti salirebbero di 2 anni.

Di questo si è parlato durante l’incontro promosso dalla Cgil Puglia con il patronato Inca e Inps. “Il governo ci convochi e ne discuta con noi – ha detto il segretario nazionale della Cgil con delega alle pensioni Roberto Ghiselli che ha poi spiegato il perché del loro pollice verso. “Ci vuole una riforma vera di pensioni, non vogliamo solo superare quota 100. Vogliamo una riforma – ha continuato – che consenta la flessibilità, cioè la possibilità di uscire dal lavoro o con 62 anni di età o con 41 anni di contributi. Dalle proposte, se confermate dagli atti che non conosciamo, sono inaccettabili. Anzi sarebbe proprio una vera presa in giro perché nessuno potrebbe accedere a quella misura. E chiamo anche una riduzione delle tasse e una rivalutazione delle pensioni in essere”.

Nel mezzogiorno, più che altrove, ha spiegato il segretario regionale Pino Gesmundo c’è un problema di occupazione soprattutto per i giovani. La pensione di garanzia è fondamentale. Ma serve anche altro. “Da questa riforma ci aspettiamo risposte complessive per i giovani, per le donne e per i lavori gravosi – ha detto -; sappiamo che nel Mezzogiorno e in Puglia in particolare, paghiamo uno scotto troppo alto e non vorremo che, oltre ad un prezzo che si paga sul piano dell’occupazione, si pagasse un prezzo altissimo anche sul piano previdenziale creando un divario tra il nord e il sud del Paese”.

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